Tempi ancora duri per il settore immobiliare, ancora alle prese con i postumi della crisi. Nel 2011 i prezzi delle case subiranno infatti una contrazione fino al 5%. A stimarlo è Paolo D’Alessandris, dell’area immobiliare del Cresme, durante la presentazione del rapporto immobiliare dell’Agenzia del Territorio e dell’Abi. L’anno scorso c’era stato un lieve incremento delle compravendite (+0,4%), ma a fronte di un calo dei prezzi ben superiore (-5,6%).
Nel 2011, ha sottolineato D’Alessandris, ci dovrebbe essere una contrazione delle compravendite più forte, attorno allo 0,8%-1%, e una riduzione dei prezzi del 4-5%. A pesare è la persistenza delle «difficoltà economiche, le famiglie che sono state sostenute nel 2010 con la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali saranno in parte licenziati o reintegrati con contratti di precariato».
La possibilità per le famiglie di accedere all’acquisto di un’abitazione sembra comunque in lenta risalita: i nuclei che hanno un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo, reale e finanziario, della casa è arrivato al 51% a fine 2010, dopo aver toccato il minimo nel 2008 quando la quota era intorno al 46%. Un miglioramento dovuto essenzialmente alla riduzione del costo del credito, mentre il prezzo delle case avrebbe giocato ancora a sfavore.
I migliori tassi d’interesse (scesi in media dell’1% circa) hanno comportato il maggior ricorso a mutui ipotecari per l’acquisto di un’abitazione da parte delle famiglie: nel 2010 sono aumentati del 9,4% circa, con un incremento del capitale erogato complessivamente del 15%. Il recupero è, tuttavia, condizionato dal cambio di politica monetaria da parte della Bce, che in aprile ha aumentato i tassi dello 0,25% e si prepara a nuove strette entro la fine dell’anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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