Al via nellAgro romano da alcuni giorni il censimento dei casali e capanni rurali abbandonati. A guidare le operazioni è lex direttore del Sisde, generale Mario Mori, nominato dal sindaco Alemanno supervisore alla sicurezza della capitale. A breve arriverà unordinanza che impone a ogni proprietario di realizzare le recinzioni dove non ci sono e mettere in sicurezza le strutture. Lordinanza riguarda anche i casali pericolanti, che dovranno essere rimessi a posto o abbattuti.
Sul tema interviene però, con qualche distinguo, lassociazione Fir, Forza Italia Incontra Roma, che riunisce architetti, economisti e tecnici di area forzista. «Dopo laggressione dei due turisti olandesi vicino al casale di Ponte Galeria - afferma larchitetto Espedito Tempesta - il sindaco Alemanno è intervenuto con un sopralluogo, annunciando lordinanza per la sicurezza, e diffidando la proprietà del podere ad abbattere o a murare il casale. Ecco, a prescindere dal valore di questo casale (scarso, in quanto fa parte di quelli cosiddetti di bonifica risalenti ai primi decenni del secolo scorso) cè però da considerare che i casali dellAgro romano, sparsi su tutto il vastissimo territorio, sono oltre 600. Erano un tempo i fulcri del sistema agricolo, le cui origini risalgono alle Domus Cultae e il loro sviluppo diffuso si è avuto a partire dal 1500».
Tutti i casali sono censiti, schedati e documentati, sottolinea larchitetto Tempesta, «assieme agli altri elementi di interesse storico-archeologico, monumentale e paesistico a cui sono topograficamente connessi e rappresentati nella Carta dellAgro in scala 1: 10.000, approvata dal Consiglio comunale del 1980, quindi perfettamente ubicati ed individuabili». Lesponente della Fir osserva che «è comprensibile come le ragioni della sicurezza portino a decisioni drastiche. Però si rischia di fornire ai proprietari il pretesto per abbattere i casali senza colpo ferire, liberando così i terreni, in aspettativa di più redditizia utilizzazione edilizia, cosa questa già avvenuta ripetutamente anche nel recente passato. Nel quindicennio Rutelli-Veltroni di distruzioni ce ne sono state già troppe». Ora sarebbe il caso, conclude Tempesta, «di dare il segno e correggere il tiro imponendo ai proprietari che i casali dellAgro romano devono essere messi sì in sicurezza, ma escludendo qualsiasi tipo di manutenzione distruttiva».
A sostegno di Espedito Tempesta interviene un altro esponente della Fir, Maurizio Baravelli, professore di economia alluniversità La Sapienza: «Sulla questione dobbiamo porci anche un altro tipo di domande.
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