Cascate d'acqua digitale per l'Expo di Saragozza

Un edificio d'acqua digitale. Il Digital water pavilion (DWP) è stato ideato e creato dallo studio carlorattiassociati di Torino per l'expo di Saragozza. La rivista Time: "Una delle migliori invenzioni del 2008"

Cascate d'acqua digitale 
per l'Expo di Saragozza

Saragozza - Un edificio d'acqua digitale. Flussi e cascate che appaiono e scompaiono attraverso la sola interruzione interattiva: luci liquide capaci di riprodurre testi e immagini su pareti inesistenti. Si tratta del Digital water pavilion (DWP) ideato e creato dallo studio carlorattiassociati di Torino per l'expo di Saragozza.

Padiglione d'acqua digitale Situato all’ingresso dell’Esposizione internazionale 2008 di Saragozza (14 giugno - 14 settembre), lungo le rive del fiume Ebro, la struttura del DWP appare come un suggestivo edificio d’acqua controllato in modo digitale. L’interruzione interattiva del flusso d’acqua permette di entrare e uscire dal padiglione, nonché di far scorrere sulle pareti testi e immagini. Giudicato dalla rivista Time una delle "migliori invenzioni di quest'anno", il Padiglione d'acqua digitale può essere considerato una macchina più che un vero e proprio edificio: è composto da oltre 3000 valvole azionate dal computer, 12 pistoni idraulici, decine di pompe e un imponente sistema di controllo informatizzato.

Made in Turin Ideato dallo studio carlorattiassociati di Torino, il DWP ha richiesto la soluzione di innumerevoli difficoltà di gestione, di progetto, tecnologie e materiali. Il controllo digitale dell’acqua è stato realizzato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) con il chiaro intento di trasformare il padiglione in un invito a immaginare l’aspetto delle nostre città nell’era digitale cangiante, reattivo, in un continuo stato di aggiustamento. Un concetto che calza a pennello con il tema scelto per l'Expo di Saragoza, Agua y desarrollo sostenible (Acqua e sviluppo sostenibile).

Il volume Il volume Digital water Pavilion, curato da Walter Nicolini e Carlo Ratti (ed. electa, pagg. 152), ha la struttura di una sorta di "manuale di istruzioni per l’architettura digitale e interattiva" ed è composto da articoli critici e descrittivi spesso in forma di risposta a domande concrete. Il saggio iniziale di Antoine Picon introduce il concetto dell’architettura digital-minimale. William J.

Mitchell e Andres Sevtsuk discutono del muro d’acqua digitale e della sua programmazione. Ricardo Cavero e Josè Carlos Arnal descrivono il contesto del DWP all’interno del Miglio Digitale di Saragozza, mentre Pablo de la Cal ha esaminato la sua collocazione nella planimetria generale dell’Expo.

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