Le case comunali occupate dai clandestini

Le case comunali occupate dai clandestini

(...) addirittura bruciati da abusivi e vandali (in alcuni corridoi vi sono ancora le tracce di questi incendi) appartamenti che ora, lentamente, il Comune sta cercando di recuperare, con una ristrutturazione parziale o totale e una conseguente assegnazione secondo le graduatorie stabilite dalla legge per chi ha fatto domanda per una «casa popolare». Peccato che però questo lavoro sia solo parziale: come spiegano gli uomini della ditta «Tino Bettini & Figlio» incaricata dal Comune per questo lavoro, al civico 59 di Via Maritano su 70 appartamenti inagibili solo 10 sono stati ristrutturati in questi ultimi mesi ed altri 10 verranno ultimati entro dicembre. Per gli altri 50 i fondi non ci sono: resteranno, almeno sulla carta, chiusi, ma di fatto saranno alla mercé di chi vuole. «Questa non è una residenza popolare, questo è un ghetto, e della peggior specie. Invivibile!» denunciano alcuni nuovi inquilini che hanno da poco ricevuto l'appartamento in Via Maritano da parte del Comune. E proseguono con il loro sfogo: «Il portone ha le cassette bruciate e in ogni angolo è accumulata ogni sorta di sporcizia e pure degli escrementi: dicono che i responsabili siamo noi del condominio, ma figuriamoci se noi residenti vogliamo una situazione del genere! Ma con questa scusa nessuno interviene!». Ci sono stati anche degli episodi con minacce, diverse persone (soprattutto anziani) hanno terrore non solo di sporgere denuncia, ma anche solo che venga divulgato il loro nome. Il mese scorso una signora è stata minacciata con un coltello, perché si era lamentata del continuo via vai di clandestini. Diverse le voci che confermano di un gruppo di stranieri (pare sloveni) a cui verrebbe preso da questi italiani un affitto di 100 euro al mese (o forse meglio a settimana, puntualizza qualcun altro) per poter stare abusivamente negli alloggi sfitti del Comune. «Tutti sanno, ma nessuno ha il coraggio di parlare! Ma è giusto che il Comune sappia dove ci manda a vivere!».
D'altra parte diverse sono quelle persone che rifiutano l'assegnazione di un appartamento in questo quartiere: preferiscono trovarsi un'altra sistemazione provvisoria, oppure aspettare qualche altro mese, piuttosto che far fronte a questa situazione. Che pure è migliorata - testimoniano alcuni condomini del civico 80, uno di quelli che ora è più in ordine. Anzi, l'atrio vanta addirittura una passiera, specchi e piante ornamentali, due ascensori ben funzionanti e i muri senza scritte. «Non è il Ritz, però è tenuto bene, magari fosse così anche da noi!». Sussurra, rassegnato, un inquilino del 59. Il segreto di questa differenza? Da qualche anno al civico 80 ha preso sede l'ufficio distaccato dell'Arte (Azienda Territoriale per l'Edilizia, l'ente incaricato dal Comune per la gestione di questi alloggi). Inoltre quasi tutti gli appartamenti sono stati occupati regolarmente. Ma basta attraversare la strada per rendersi conto da soli che la situazione nel condominio di fronte è ben diversa, a partire da un cumulo di spazzatura a poca distanza dall'entrata (senza serratura) del civico 59. «Sono a conoscenza di questa situazione - ha dichiarato l'amministratore Franco Parodi dell'Arte - ma mi sembra che da quando si è stabilita la mia presenza qui, e cioè negli ultimi sei o sette anni, la situazione sia migliorata, con una diminuzione dell'abusivismo». Ma anche quando una segnalazione perviene all'Arte o al Comune, pare sia difficile intervenire: «Se viene scoperto un abusivo - ha aggiunto Parodi - l'alloggio viene murato, ma talvolta, anzi spesso, rompono la muratura e rientrano... Se chiamiamo la polizia c'è il rischio, come in passato, che questi abusivi tentino di buttarsi giù dalla finestra piuttosto che farsi prendere: si tratta di persone senza permesso di soggiorno o con guai giudiziari...». Proprio come sarebbe il caso del 59 di Via Maritano, con gli sloveni abusivi senza che nessuno riesca a intervenire. La gente ha paura di denunciare. E in tutto questo, il Comune, che fa? Spiega il geometra Marcello Bruno, dirigente Arte: «Da 13 anni abbiamo 4000 alloggi in gestione sparsi per la città: nel quartiere di San Pietro (le cosiddette “lavatrici”, n.d.r.), in Via Novella a Prà, in Via Pastore a Voltri 2 e infine a Begato. È proprio a Begato che vi è la maggior concentrazione di problemi. Anche in Via Novella c'erano stati problemi di malvivenza, ma con una serie di interventi regionali abbiamo risanato la zona, che ora è migliorata molto. A Begato e in Via Brocchi la situazione è difficile. Forse mettendo delle telecamere si potrebbe risolvere il problema… Oppure cercando di risistemare gli alloggi, come in parte il Comune sta già facendo: ma poi occorre assegnarli subito. Ma di questo si occupa direttamente il Comune.

Quando le segnalazioni arrivano, noi abbiamo sempre provveduto, ma bisognerebbe essere lì giorno e notte!». E conclude sconsolato: «Tante lamentele sono legittime: sappiamo che è difficile abitare in Via Maritano a Begato!».

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