Cronaca locale

Le case dei milanesi valgono sempre meno

FUTURO Il presidente Colombo: «La soluzione è demolire e recuperare le vecchie abitazioni»

(...) alle compravendite del settore edilizio lombardo nel 2008 il 16% del valore registrato l’anno precedente, portandolo a 31,4 milioni di euro. Il quadro milanese rispecchia quello regionale, con un calo del numero delle compravendite immobiliari del 13,1% e con una riduzione imputabile prevalentemente al settore residenziale, che è sceso nel 2008 a 12,9 miliardi (-15,2% di valore rispetto all’anno precedente). Milano segna anche uno dei cali più consistenti nei prezzi delle abitazioni tra tutti quelli registrati nelle diverse province lombarde. Nel primo semestre del 2009 la perdita è stata mediamente del 9,3% rispetto all’anno scorso, ennesimo dato negativo che segue il -7,2 del 2008, il -1,4% del 2007 e il 0,5% del 2006.
Il calo dei prezzi, a Milano come nelle altre province, interessa soprattutto il mercato degli immobili usati e quelli di fascia medio-bassa, mentre tengono, almeno per il momento, i valori degli immobili di pregio e quelli delle nuove costruzioni. «Per fronteggiare la situazione - spiega Luigi Colombo, presidente di Ance Lombardia - a Milano come nel resto della regione, è fondamentale avviare un’azione imponente di demolizione e recupero delle vecchie abitazioni. E questo per portare anche i vecchi edifici a livelli qualitativi elevati. Dalla nostra indagine vediamo infatti che il mercato di qualità continua a tenere». Questo significa che, se per le nuove costruzioni, si applicano principi di ecosostenibilità, la stessa logica deve essere adottata per la ristrutturazione delle abitazioni già esistenti e datate. «Per qualità - continua Colombo - intendo soprattutto risparmio energetico e qualità dei prodotti. Queste due variabili diventano imprescindibili per la prospettiva di un mercato edilizio che intenda risollevarsi dalla crisi».
Certo, la qualità deve essere «a portata di tasca», sia per le diffuse difficoltà economiche, che per la prospettiva di una crescita del mercato generata soprattutto dalla domanda degli immigrati. «Qualità non significa costi elevati o inaccessibili. Si tratta di fissare standard qualitativi imprescindibili e poi, intorno a questi, modulare l’incidenza dei costi di realizzazione delle opere. Insomma, bisogna creare una qualità certa e diffusa a costi accessibili a ogni tipo di tasca».
Ma alla politica regionale e milanese, anche in vista delle opere da realizzare in vista dell’Expo, cosa chiede l’Associazione dei costruttori edili? «Tre cose, innanzi tutto: avere norme certe e chiare; poter contare su procedure snelle e semplificate; avere nell’approvazione delle opere edili una tempistica che sia la più rapida possibile».

Puntando su qualità e collaborazione con le istituzioni locali il mercato edilizio milanese potrebbe presto risorgere a nuova vita.

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