Case popolari, scandalo abusivi L’ente incassa l’affitto e non li caccia

In centinaia vivono in alloggi popolari senza averne titolo Il canone diventa una legittimazione

da Milano

Se la Cassazione permette di occupare case altrui a chi non ha un tetto sulla testa a Milano si fa di più. O di peggio. Si chiede all’occupante abusivo l’affitto e pure il pagamento delle spese. A titolo di risarcimento danni.
La stranezza è stata ideata dai tecnici dell’Aler, l’azienda lombarda di edilizia residenziale che gestisce 64mila case popolari a Milano. Ed è una iniziativa di vecchia data, anche se nessuno, tranne i diretti interessati e pochi altri, ne sono a conoscenza. Chi scrive, lo ha saputo da un vecchio inquilino, regolare, dell’Aler a Milano. «È una vergogna, c’è gente che aspetta la casa da anni e deve stare a guardare gli occupanti abusivi che pagano pure l’affitto...».
La notizia andava verificata, tanto era assurda. Eppure il signor Riccardo aveva ragione. Da vendere. L’Aler, interpellata sull’argomento, non ha potuto smentire e ha spiegato che da ben quindici anni applica questa «politica» nei confronti degli abitanti abusivi delle sue case. In pratica, succede questo. Chi entra in un alloggio senza avere alcun diritto, viene prima o poi identificato grazie alle segnalazioni degli inquilini regolari o dei portieri. Appena ricevuto nome e cognome, l’Aler invia una richiesta di indennizzo per i danni subiti e i servizi abusivamente utilizzati. In pratica, pretende dal nuovo entrato canone d’affitto e un rimborso a forfait di riscaldamento e servizi generali. Naturalmente c’è chi interpreta questa richiesta come una sorta di legittimazione e paga quanto gli viene richiesto, altri invece fanno spallucce e continuano a vivere a sbafo nell’alloggio in attesa di uno sgombero che non si sa se e quando verrà. Ad oggi, per fare qualche numero, sono circa 3000 gli abusivi e un quarto contribuisce alle spese dell’Aler. La paradossale situazione non piacerà di certo alle 14mila famiglie (metà sono immigrati) in lista di attesa per ottenere una casa popolare. In genere si aspetta dai 3-4 anni, quando va bene, per ottenere un alloggio regolare. Meglio occupare, quando si è disperati o non si hanno scrupoli. La realtà degli occupanti abusivi, del resto, è molto difficile e a volte violenta. Così si tentano discutibili mediazioni. Ma all’Aler nessuno pensa che in questo modo si legittimano le occupazioni abusive. «Noi non legittimiamo proprio niente – dicono al quartier generale di Milano - perché è chiaro fin dall’inizio che il pagamento di questi danni non costituisce un precedente per la regolarizzazione del contratto. Chi occupa abusivamente non entrerà mai nelle graduatorie comunali». Sarà vero, ma gli abusivi probabilmente neanche ci sperano, visto che la casa potranno godersela anche per molti anni senza alcuna lista d’attesa. Non a caso, gli irregolari che pagano le spese all’Aler sono fruitori anziani, vivono nell’alloggio da molti anni indisturbati, mai cacciati da nessuno.
Ma all’Aler qualcosa inizia a muoversi. Da quest’anno è stata istituita una task force di quindici funzionari che agisce assieme alla polizia. In pratica, gli occupanti nuovi, se vengono stanati in flagranza, appena entrati, hanno buone probabilità di essere buttati fuori. E fino a ora 300 occupanti abusivi sono stati cacciati. Però, la tempestività è d’obbligo.

Se passa solo una settimana dal loro arrivo, non c’è più nulla da fare. Bisogna fare la solita denuncia alla polizia e aspettare che qualcuno decida gli sgomberi. Nel frattempo, scatta il bollettino. Di richiesta di affitto.

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