Dicembre 2007: per comprare una casa di cento metri quadri in zona Fiera occorrevano circa 450mila euro. Gennaio 2009: per acquistare lo stesso appartamento ce ne vogliono poco più di 400mila, il dieci per cento in meno.
Tutta colpa della crisi, secondo Assoedilizia, che stima una riduzione media dei prezzi delle case in città compresa fra il sei e il dieci per cento. Il dato è confermato da uno studio del portale Idealista.it (2.396 case in vendita il campione preso in esame) che però, riferendosi ai mesi precedenti il terremoto finanziario che ha investito i Paesi occidentali, parla di una contrazione media del 2,1 per cento. La tendenza al ribasso è generalizzata anche se, a guardare le attuali quotazioni del mercato, a soffrire di più sono i quartieri semicentrali e quelli nei quali la qualità della vita è meno elevata. Se domanda e offerta scendono, e i tempi per concludere le transazioni si dilatano di molto, anche il costo per metro quadro degli appartamenti deve ridimensionarsi, per scongiurare la totale paralisi del mercato. E così si è passati dai 3.604 euro per metro quadro del 2007 - il valore è medio - ai tremila scarsi di questo inizio d'anno. Secondo l'indagine di Idealista.it, su 12 quartieri monitorati in città soltanto cinque resistono alla crisi. Il primo è Città studi-Lambrate, che registra un aumento del 3,6 per cento, a fronte di un tasso di inflazione annuo pari al 3,3 per cento. In questa zona, insomma, una casa costa circa 3.368 euro al metro quadro. Il mattone resiste anche a Porta Vittoria, dove l’aumento è del 3,1 per cento (4.087 euro al metro quadro). E ancora a Greco-Turro (+1,8 per cento, ovvero 3.059 euro al metro quadro), Chiesa Rossa-Gratosoglio (+0,6 per cento, ovvero 3.045 euro al metro quadro) e Famagosta-Barona (+0,3 per cento, ovvero 3.228 euro al metro quadro). Dove invece converrebbe investire nei prossimi mesi è Corvetto-Rogoredo. Qui il costo medio di un appartamento è diminuito dell’8 per cento, attestandosi intorno ai 2.900 euro al metro quadro. Il quartiere a Sud della città condivide il primato negativo con la zona Comasina-Bicocca, dove il costo del mattone è sceso del 7,4 per cento, raggiungendo quota 2.847 euro al metro quadro. Mentre in zona Certosa il prezzo è sceso del 3,1 per cento: 3.054 euro al metro quadro. La tendenza negativa riguarda, però, anche aree più centrali. Sui Navigli, per esempio, comprare casa costa almeno il 3,5 per cento in meno (4.586 euro al metro quadro), fra Garibaldi e Porta Venezia lo 0,2 per cento in meno (4.697 euro al metro quadro), in Fiera-De Angeli l’1,7 per cento in meno (4.534 euro al metro quadro). Non si salva il centro storico, che con i suoi seimila euro al metro quadro resta la zona più cara della città. «In un momento di congiuntura economica negativa si privilegia l’acquisto in zone nella quali la qualità della vita è più alta - spiega Angelo Caruso di Spaccaforno, docente del Politecnico di Milano -. Per esempio, le quotazioni resistono nel Quadrilatero della moda e in alcune aree semicentrali. Per quanto riguarda la domanda, questa continua a crescere dove i prezzi sono più bassi, cioè nei quartieri periferici». Questa la situazione in città.
Nei Comuni dell’hinterland il quadro non cambia. I prezzi salgono solo a Monza (+ 7,1 per cento), Sesto San Giovanni (+0,4 per cento), Rozzano (+0,3 per cento) e Baranzate (+0,2 per cento).
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