A Caserta il pizzo sulla patente: chi paga i vigili non perde i punti

Due arresti in un comune in provincia di Caserta, altri sei indagati: distruggevano i verbali. Coinvolto anche il titolare della società che gestiva gli autovelox

A Caserta il pizzo sulla patente: 
chi paga i vigili non perde i punti

Caserta - Due vigili urbani arrestati, altri sei indagati e sospesi dal servizio per due mesi, con l'accusa di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, peculato, falso ideologico e materiale in atti pubblici commessi da pubblici ufficiali incaricati di pubblico servizio. In sostanza gli otto vigili urbani, in forza al Comune di Piedimonte Matese (Caserta) e il titolare di una società, la «All Service srl», (per l'imprenditore la misura del divieto di dimora in Campania), convenzionata con il comune di Piedimonte Matese per la gestione degli apparecchi per la rilevazione automatica della velocità, sono accusati di aver manipolato oppure distrutto verbali elevati per violazione dei limiti di velocità. Avrebbero così procurato un danno alle casse comunali pari ad oltre 20mila euro. Gli indagati avrebbero non solo consentito agli automobilisti indisciplinati e multati di evitare il pagamento delle sanzioni o di pagarle con importi ridotti, ma anche di evitare l'applicazione delle sanzioni accessorie, consistenti nella decurtazione dei punti dalla patente di guida. Insomma il «pizzo» anche sulle multe. Chi pagava si ritrovava la patente ancora immacolata.
L'indagine è stata coordinata dal Procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Luigi Gay e condotta dalla Guardia di finanza. Le fiamme gialle hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e in Comune e hanno acquisito oltre cinquemila verbali di contravvenzioni per violazioni al codice della strada, compilati nel triennio 2005-2007. Gli investigatori hanno anche eseguito accertamenti informatici e interrogato oltre trecento persone coinvolte nella vicenda.
Il procuratore aggiunto Gay ha definito la vicenda «un complesso ed esteso fenomeno criminale, che da anni veniva gestito da appartenenti alla Polizia municipale di Piedimonte Matese». In particolare i pubblici ufficiali coinvolti, costituendo una vera e propria «associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero elevatissimo di reati contro la fede pubblica, la pubblica amministrazione ed il patrimonio», hanno, di fatto, per anni, strumentalizzato per interessi privati il servizio pubblico - spiegano in Procura - concernente la rilevazione delle violazioni del codice della strada per superamento dei limiti di velocità, attraverso la soppressione o la falsificazione degli originari verbali di contravvenzione con l'ausilio tecnico della ditta preposta alla gestione degli autovelox».
Il comune di Piedimonte Matese nel triennio 2005-2007 aveva stipulato un contratto di appalto con la «All Service srl», impegnatasi a fornire tecnici e attrezzature per la rilevazione delle infrazioni stradali. La «All Service» si occupava anche dello sviluppo delle foto, della ricerca dei proprietari delle auto sorprese in flagrante dagli autovelox e della spedizione dei verbali elaborati e dell'eventuale formazione del ruolo.


Gli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere avrebbero accertato che nel sistema truffaldino i vigili acquisivano preliminarmente dalla società «All service», tramite posta elettronica, le «prestampe» relative alle infrazioni rilevate, contenenti i dati identificativi degli automobilisti che avevano trasgredito il codice della strada, allo scopo di individuare, preliminarmente e arbitrariamente, i nomi da eliminare dalla lista, ai quali non veniva notificato il verbale di contravvenzione, ma veniva recapitato un nuovo verbale, modificato e quindi falsificato rispetto a quello originario.
carminespadafora@libero.it

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica