Tirato per la giacca da Bersani il leader dell'Udc mette le mani avanti: "Con i contenuti del referendum si evidenzia un’esigenza popolare, uno stato d’animo. Ma certamente non possono essere queste le basi per costruire un’alternativa di governo". Pierferdinando Casini gela gli entusiasmi di chi, dopo il doppio segnale negativo per la maggioranza arrivato dalle urne (amministrative e referendum) già ipotizzava una "Grande coalizione" per mandare a casa Berlusconi. Serve qualcosa di più, qualcosa di diverso, suggerisce Casini: "Noi come Terzo polo lavoriamo per dire agli italiani, vogliamo fare queste cose con questi mezzi, non possiamo soltanto unirci contro Berlusconi". "Questo - ricorda Casini - è stato fatto già con Prodi". Niente di nuovo sotto il sole... In realtà le trattative vanno avanti. I centristi non negano la simpatia per "un'alleanza costituzionale per la ricostruzione" che piace al Pd. La stessa Rosy Bindi ha detto: "Non vogliamo governare senza di voi". Sembra che tra Bersani e Casini ci sia piena sintonia sulle cose da fare. Resta un problema, anzi due: Vendola e Di Pietro. Il centrosinistra può veramente farne a meno, soprattutto dopo la vittoria di Pisapia e De Magistris? Intanto dopo la verifica in parlamento i giochi potrebbero riaprirsi sulla legge elettorale...
La replica di Bersani "Apprezzo si facciano i conti con quello che si muove nella società, sono contento che da ogni lato si stia riflettendo su questo". Così il del Pd commenta le parole di Casini con i giornalisti a Montecitorio. "Al di là delle nostre discussioni politiciste - prosegue Bersani - rivendico di aver sempre detto che si trattava di una saldatura non verbale ma sostanziale tra questione democratica e questione sociale. C'è una saldatura fra cittadini, nell'elettorato, di cui le forze politiche devono tenere conto, quello ci indicherà la strada".
Il rapporto Pdl-Lega Casini affronta anche il tema del momento, il delicato rapporto tra il Carroccio e il Pdl. "Tra moglie e marito, non mettere il dito... insegna il proverbio: ma credo sia evidente che tra Berlusconi e Bossi ci sia una divaricazione di fatto. Fino a quando la crisi del Pdl consentiva alla Lega di crescere, era una cosa. Oggi, la crisi del Pdl ha trascinato con sé anche la Lega. Per cui, anche se secondo me a Pontida non succederà assolutamente nulla, davanti alla Lega c’è un problema grande molto serio: come non essere trascinata a fondo dal Pdl".
Riforma fisco a costo zero? Chiacchiere... Non poteva mancare un commento sull'argomento che da giorni tiene banco, le tasse: "Mi sembra molto difficile realizzare una riforma fiscale così complessa a costo zero. Per ora ci sono solo le chiacchiere, noi aspettiamo i fatti. Se il governo - ha aggiunto - presenta una riforma generale del fisco, seria, noi siamo disponibili a discuterne. Se è solo un annuncio destinato a realizzarsi entro 4 o 5 anni, noi non ci stiamo".
Renzi a Casini: lascia Fini, da solo hai più voti Stanco di passare per l'eterno "rottamatore", il Pierino della sinistra, Matteo Renzi, approfitta di un'intervista a Repubblica per lanciare un segnale a Casini: "Penso che la vittoria alle amministrative e ai referendum sancisca la fine del Terzo Polo, semmai c’è stato un inizio. A Casini consiglierei di staccarsi prima possibile da Fini. Prende più voti da solo". Il consiglio al leader centrista più che da un sindaco sembra fatto da un politologo navigato: "Niente più politichese, si vada al concreto, si scelgano tre o quattro temi veri su cui convergere, la gente non ne può più di alchimie ed equilibrismi".
E attacca di nuovo Bersani... Sulla legge elettorale Renzi torna a prendere di mira il segretario del Pd: "Non voglio far la figura dell’eterno bastian contrario. Quando Bersani dice che nella scheda elettorale delle politiche non ci dovrà essere il nome del candidato premier dice una cosa moralmente intrigante ma politicamente sbagliata. Se propone di dimezzare i parlamentari sono d’accordo con lui. Dico semplicemente - aggiunge - che non è questa linea che ha fatto vincere il Pd. I candidati hanno trascinato il partito e non il contrario".
Il nodo "legge elettorale" Domani verrà presentato un quesito referendario che mira ad abrogare due parti della legge elettorale: quella che assegna il premio di maggioranza e il sistema, criticato un po' da tutti, delle liste bloccate.
Ma a conti fatti tra la raccolta delle firme, la pronuncia della Cassazione e quello della Corte costituzionale la chiamata alle urne non arriverebbe prima del 2012. C'è tutto il tempo, dunque, per cambiare la legge in parlamento. Ed è proprio intorno a questo tema che potrebbero costruirsi nuove alleanze...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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