Casini: il Pdl accetti la proposta del mini lodo

Il leader dell'Udc chiede che la maggioranza accetti la sua proposta su una legge ponte sul legittimo impedimento. Gasparri: "Le riforme istituzionali sono necessarie e su esse va cercato il confronto:, considerando presidenzialismo, federalismo, meno parlamentari e giustizia come temi ineludibili

Casini: il Pdl accetti la proposta del mini lodo

Roma - Pier Ferdinando Casini lancia un appello alla maggioranza affinché accetti la sua proposta su una legge ponte sul legittimo impedimento, una specie di 'mini lodo', ed eviti di 'sfasciare' la giustizia con il ddl sul processo breve. "Propongo di impedire lo sfascio della giustizia italiana e dico alla maggioranza: fermatevi sul processo breve perché sfasciate la giustizia in Italia", ha detto il leader dell'Udc a margine degli Stati generali del Partito del Lazio. "Sempre rivolto alla maggioranza, l'ex presidente della Camera ha aggiunto: "assumetevi la responsabilità in Parlamento di spiegare al paese che il problema è Berlusconi. La legge sul legittimo impedimento è molto più onesta, leale e trasparente ed evita lo sfascio del sistema giudiziario italiano" che ci sarebbe con il processo breve che fra le altre cose "annega le vittime dei reati". Ma non è incoerente con il vostro 'no' alle legge ad personam? Gli chiedono i giornalisti. "E' l'assunzione di responsabilità davanti al paese e l'obiettivo principale è evitare lo sfascio della giustizia. Io sono d'accordo con l'Anm - è la risposta di Casini a proposito del processo breve - questo provvedimento è inemendabile".

Bocchino: sì, ma con il processo breve "La proposta di Casini di normare il legittimo impedimento è interessante, ma va considerata in aggiunta ai provvedimenti già proposti dalla maggioranza, compreso il processo breve. Se non si considera tale proposta come complementare rischia di apparire un tentativo dilatorio o teso a dividere la maggioranza": così Italo Bocchino, vicepresidente vicario del Gruppo Pdl alla Camera. 

Gasparri: no a scelte al ribasso "Nell'agenda politica le questioni vanno tenute distinte. Le riforme istituzionali sono necessarie da decenni e su esse va cercato il confronto delle parti, considerando presidenzialismo, federalismo, meno parlamentari e giustizia come temi ineludibili. Scelte al ribasso non ci vedono disponibili": così il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. "Ci sono poi le leggi ordinarie per una giustizia più rapida, il processo penale e altri temi che vanno discussi senza esitazioni. C'é poi, e lo diciamo con chiarezza, la battaglia di libertà contro le persecuzioni giudiziarie ai danni di Berlusconi. La democrazia - sottolinea - va difesa da vietcong alla Ingroia. Lo facciamo alla luce del sole convinti che siano in corso manovre, quelle sì, degne di processi e condanne".

Martedì via all'esame del processo breve "Martedì pomeriggio avrà inizio nella commissione Giustizia del Senato la discussione sul ddl sulla 'ragionevole durata del processo': il relatore del provvedimento è il senatore Giuseppe Valentino e con la sua relazione si incardinerà l'iter del ddl", ha detto Gasparri. "Mi auguro che entro l'anno - ha aggiunto Gasparri - il Senato si possa esprimere". Gasparri ha poi spiegato che sarà Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato, "a decidere i successivi tempi della discussione che per ora non sono stabiliti a parte quelli relativi all'incardinamento del provvedimento". Gasparri ha sottolineato che il ddl "non può essere definito sul 'processo breve', in quanto fissa in circa nove anni, compresi i due anni di indagini, il tempo entro il quale un procedimento deve essere concluso: questo lasso di tempo non può certo essere definito breve, per questo è meglio parlare di 'ragionevole durata del processo' ".

Per quanto riguarda l'atteggiamento dell'opposizione, il capogruppo del Pdl al Senato ha rilevato che "per ora continua ad essere di tipo contrario e negativo". "Ricordo solo che su questa vicenda ci sono proposte della sinistra che sono molto più generose della nostra, noi dal ddl abbiamo escluso i reati di allarme sociale".

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