MilanoUn passaggio in gruppo dallUdc al Pdl. Lannuncio arriva da Guido Podestà, coordinatore regionale del partito e candidato a presidente della Provincia di Milano, che ha raccolto le richieste di adesione dei delusi da Pierferdinando Casini. «Hanno fatto domanda per entrare nel Pdl una cinquantina fra dirigenti di partito, consiglieri comunali e di zona, membri della direzione nazionale» spiega lex udc Domenico Zambetti, che nel febbraio 2006 ha seguito il medesimo percorso, passando dallUnione di centro a Forza Italia. Tra i nuovi iscritti lex segretario cittadino dellUdc milanese, Roberto Mongini, e il segretario provinciale dellUdc di Bergamo, Sergio Boschetti.
«Una scelta non semplice», la definisce Podestà, che sfoggia ottimismo sulla possibilità di sconfiggere Filippo Penati al primo turno delle provinciali: «La decisione dellUdc di non allearsi con il Pdl era una scelta incoerente, un regalo che qualcuno voleva fare al candidato di sinistra, che peraltro è perdente. Ma sono sicuro che non si arriverà al ballottaggio».
I toni delladdio allUdc sono pesanti. Volano accuse politiche e ai metodi di gestione del partito. La lettera di dimissioni di Boschetti, indirizzata al segretario nazionale Lorenzo Cesa, dà unidea della situazione, quando parla di «non definire la propria collocazione, allearsi indifferentemente con la sinistra o con la destra purché ci siano spazi non di governo ma di potere, tentare di essere in grado di essere lago della bilancia per poter ricattare». Tra gli altri motivi delladdio «leccessivo personalismo», il fatto che «lUdc non ha saputo diventare un partito vero, la dialettica interna non esiste, la democrazia interna tanto meno». Gli udc in fuga non hanno digerito le liste elettorali decise e imposte da Roma, goccia che ha fatto traboccare il vaso dellinsoddisfazione.
Tenta di minimizzare la fuga il segretario lombardo dellUdc, Luigi Baruffi: «Ci aiutano a liberarci da quelle persone che remavano contro il centro e ostacolavano il nostro progetto. Ringrazio gli amici del Pdl per la campagna acquisti». Ma è probabile che dopo il voto del 6 e 7 giugno altri centristi seguiranno le orme di questo gruppo.
La strategia dellUdc a Milano (e in Lombardia) è cercare di impedire al candidato del Pdl di essere eletto al primo turno, andare alla conta dei voti e tentare di essere determinanti per il ballottaggio. Nonostante i mancati accordi elettorali per le amministrative, esponenti dellUdc fanno ancora parte della giunta comunale milanese e di quella regionale.
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