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Caso Calipari: niente processo per Lozano

Roma. Non si farà il processo a Mario Lozano, l’ex soldato della Guardia Nazionale statunitense che il 4 marzo 2005, a un check point sulla Irish Route, a Bagdad, uccise Nicola Calipari sparando sulla Toyota Corolla con a bordo il funzionario del Sismi, l’inviata del «Manifesto» Giuliana Sgrena, appena liberata, e l’altro 007 Andrea Carpani, che guidava la vettura. Secondo la terza Corte d’assise di Roma, al vaglio della quale era finito il rinvio a giudizio di Lozano per omicidio volontario, non sussiste la giurisdizione per giudicare l’imputato. In poche righe il collegio presieduto da Angelo Gargani ha sintetizzato ieri il proprio orientamento: «La Corte di assise, visto l’articolo 20 del codice di procedura penale (difetto di giurisdizione, ndr), dichiara di non doversi procedere per carenza di giurisdizione».
Una mazzata per i pm Franco Ionta, Pietro Saviotti e Erminio Amelio, così come per i legali di parte civile, i familiari di Calipari - «lo hanno ucciso una seconda volta», ha detto la vedova - e la stessa Giuliana Sgrena. La Corte ha in sostanza accolto le argomentazioni di Alberto Biffani, difensore del soldato americano.


Il legale aveva eccepito il difetto di giurisdizione alla luce dell’adesione dell’Italia a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, secondo la quale tutto il personale della Coalizione che opera in Irak è sottoposto alla giurisdizione dello Stato di invio.

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