Il caso Il mercato è scettico sui vincitori

Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze fanno una prova. Seguendo la logica attribuita ad Agatha Christie è ormai un dato di fatto che in Italia, a proposito di film «oscarizzabili», le grandi società di distribuzione non riescono più a centrare il bersaglio.
Fateci caso, basta andare a rispolverare i vincitori degli ultimi due anni, The Millionaire e The Hurt Locker (rispettivamente otto e sei Oscar), per scoprire che a portarli nelle nostre sale non sono state le major ma società indipendenti, storiche e gloriose come Lucky Red di Andrea Occhipinti per il film di Danny Boyle ambientato negli slum di Mumbai, o attente come la Videa-CDE di Sandro Parenzo per la storia degli artificieri statunitensi in Irak di Kathryn Bigelow. Bene anche quest’anno è capitata la stessa cosa. Di più, entrambi i vincitori delle principali categorie, Il discorso del Re di Tom Hooper attualmente in sala e The Fighter di David O. Russell in uscita strategica questo stesso venerdì, sono distribuiti dalla medesima Eagle Pictures che negli ultimi anni ha fatto il colpo grosso aggiudicandosi per il nostro Paese l’intera saga di Twilight.
Una tendenza, puntualmente registrata dalla rivista telematica BadTaste, che evidenzia come ormai le case di distribuzione più piccole riescano a battere sul tempo le grandi major rimaste a bocca asciutta. Grazie, paradossalmente, a meno risorse e possibilità. Un po’ com’è successo nel campo della produzione allo stesso Harvey Weinstein che dopo gli anni d’oro della Miramax e in piena crisi finanziaria - dato ormai per spacciato - con la medesima doppietta Il discorso del Re e The Fighter ha conquistato sei degli otto Oscar principali a discapito dell’altro produttore d’oro hollywoodiano, Scott Rudin, che si è dovuto accontentare solo delle tre statuette di The Social Network.
Ma che cosa c’è dietro a questo successo? «O abbiamo avuto fortuna o siamo stati bravi» - scherza con il Giornale, ma dicendo due verità, Mark Lombardo amministratore delegato di Eagle Pictures che a maggio distribuisce anche il franco-algerino Hors-la-loi di Rachid Bouchareb entrato nella cinquina del migliore film straniero.

La verità è che dietro c’è un lavoro molto complesso e poco conosciuto perché - spiega sempre Lombardo - «sia Il discorso del Re che The Fighter li abbiamo scelti leggendo la sceneggiatura e voi sapete meglio di me che da un ottimo script può derivare un pessimo film e viceversa». Stavolta no, tutto è filato alla perfezione.

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