Cronaca locale

Caso Mills, Berlusconi: "Uno dei tanti processi inventati contro di me"

L'ex premier: "Siamo alla vigilia di una sentenza annunciata. Contro di me più di cento procedimenti giudiziari: è un record del sistema solare". Domani pomeriggio il verdetto del tribunale di Milano

Caso Mills, Berlusconi: "Uno dei tanti processi  inventati contro di me"

Il giorno prima del verdetto sul caso Mills Silvio Berlusconi dice la sua sull'intricata questione che lo vede alla sbarra a Milano. Il Cavaliere, in una nota diffusa dal suo portavoce, Paolo Bonaiuti, ripercorre le tappe cruciali del processo Mills. Berlusconi parte all'attacco e ricorda tutti i processi in cui è stato convolto: "un record davvero impressionante. In totale più di cento procedimenti, più di novecento magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2600 udienze in quattordici anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti", sottolinea l’ex premier. Dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare", ironizza l'ex premier.

"L'avvocato Mills era uno dei tantissimi avvocati di cui all'estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest. Io non ricordo di averlo mai conosciuto. A processo avviato ho appreso dagli atti processuali che Mills era l'avvocato di un armatore italiano residente in un Paese africano, del quale gestiva anche il patrimonio e seguiva gli affari. Dai conti di tale armatore, oltre a trattenersi il denaro corrispondente a parcelle emesse, si era trattenuto anche 600.000 dollari quale ulteriore compenso professionale". "Per non pagare l'imposta del 50% al fisco inglese e per non dover dividere la restante somma con i suoi soci di studio, Mills si inventò la storia che quei seicentomila dollari non erano frutto di una attività professionale, ma di una donazione esente da tasse - prosegue Bonaiuti riportando le parole di Berlusconi -. Gli venne in mente il nome di un dirigente Fininvest con il quale aveva avuto rapporti in passato, Carlo Bernasconi. E si inventò che quei soldi erano una donazione di Bernasconi. Perché proprio di lui? Perché Bernasconi nel frattempo era morto.

E perché Bernasconi gli avrebbe dato quei soldi? Per riconoscenza, perché Mills, due anni prima della pretesa donazione, sarebbe stato attento, rendendo due testimonianze processuali in Italia, a non penalizzare il gruppo Fininvest e Silvio Berlusconi".

 

Commenti