Roma - Il Vicariato di Roma non avrà obiezioni da muovere se l'autorità giudiziaria italiana deciderà di ispezionare nella basilica romana di Sant'Apollinare, la tomba di Enrico De Pedis, detto Renatino, boss della banda della Magliana, ritenuto coinvolto nel sequestro e nell'omicidio, che risalgono al 1983, della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, il cui cadavere non è mai stato ritrovato. Allo stesso modo, il Vicariato non si opporrà ad una eventuale richiesta dell'autorità giudiziaria italiana o della famiglia De Pedis, di traslare altrove la salma del boss. La nota del Vicariato di Roma, che ha la data del 2 luglio, é stata inviata alla trasmissione di Raitre 'Chi l'ha visto?', che ne ha diffuso il testo e che domani tornerà ad occuparsi della scomparsa di Emanuela Orlandi. "In relazione alla vicenda riguardante la tumulazione del Signor Enrico De Pedis nelle camere mortuarie della Chiesa di Sant'Apollinare, avvenuta nel 1990 - dice la nota - il Vicariato di Roma comunica: Nulla osta da parte dell'Autorità ecclesiastica che, su richiesta dell'Autorità giudiziaria italiana competente, la tomba del Signor De Pedis possa essere ispezionata. Nulla osta a che, su richiesta dell'Autorità giudiziaria italiana competente o della famiglia del signor De Pedis, la salma possa essere traslata altrove". Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sta indagando da tempo la Procura di Roma, che di recente ha anche ascoltato un uomo, indicato come "Mario", ritenuto il telefonista del sequestro Orlandi. Nel corso della deposizione, "il telefonista" - che non avrebbe avuto un ruolo attivo nel sequestro ma sarebbe a conoscenza dell'intera vicenda - avrebbe anche fornito agli inquirenti notizie sui motivi della sepoltura di Enrico De Pedis, nella chiesa di Sant'Apollinare, a due passi da piazza Navona. 'Renatino' fu ucciso in un regolamento di conti il 2 febbraio del 1990 in via del Pellegrino, nei pressi di Campo dé Fiori. Secondo gli inquirenti romani, il sequestro di Emanuela Orlandi sarebbe stato organizzato e gestito da De Pedis con suoi uomini di fiducia non appartenenti alla banda che insanguinò Roma tra gli anni settanta o ottanta. Nel registro degli indagati, al momento, sono tre le persone iscritte (ma gli inquirenti ipotizzano che siano almeno cinque quelle coinvolte).
Si tratta di Sergio Virtù (49 anni, autista di fiducia di De Pedis), Angelo Cassani (49, detto 'Ciletto') e Gianfranco Cerboni (47, detto 'Gigetto'). Ai tre gli inquirenti sono arrivati grazie alla testimonianza di una donna, Sabrina Minardi, che per un periodo fu legata sentimentalmente a "Renatino".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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