Caso Raciti, c'è un nuovo video

Un nuovo filmato sugli scontri tra ultras e forze dell'ordine dopo Catania-Palermo è stato consegnato dalla polizia alla procura che si occupa delle indagini sulla morte dell'ispettore. Potrebbe essere decisivo per far saltare la tesi della difesa del giovane indagato per omicidio

Caso Raciti, c'è un nuovo video

Catania - Nuovo capitolo nell'intricatissima vicenda giudiziaria legata alle indagini sull'omicidio dell'ispettore di polizia, Filippo Raciti, ucciso a Catania il 2 febbraio nel corso degli scontri davanti la curva Nord dello stadio 'Angelo Massimino'. Un nuovo video è stato consegnato dalla polizia alla procura per i minorenni che si occupa del caso. Nelle sequenze registrate da una tv privata si vede l'ispettore Raciti trascinare la gamba destra diciotto minuti prima del presunto impatto che l'ispettore avrebbe avuto con un discovery della polizia.

Un dettaglio molto importante, sottolineano gli investigatori spiegando che i tempi delle nuove riprese sono stati comparati con quelli delle telecamere a circuito chiuso dello stadio, perché proprio sul presunto impatto tra un discovery e il poliziotto si sono scontrate accusa e difesa. I legali del diciassettenne accusato dell'omicidio di Raciti sostengono che proprio l'impatto tra il mezzo della polizia e l'ispettore abbia potuto causare le ferite mortali. Tesi contestata dall'accusa, che adesso rafforzerà le proprie posizioni con il nuovo video.

Secondo l'avvocato Giuseppe Lipera, che difende il diciassettenne attualmente in carcere per omicidio, il nuovo video nonn presenta alcuna novità. "Siamo perfettamente a conoscenza dell'esistenza di questo video - dice l'avvocato - dove si vedono alcune immagini con l'ispettore Raciti che arresta un ultrà.

In quel rapporto gli stessi investigatori dicono che Raciti mostrava un movimento innaturale della gamba destra ma la circostanza non è mai stata presa in considerazione neédal gip né dal Tribunale della libertà. L'affannarsi degli inquirenti - prosegue l'avvocato - dimostra che la tesi di innocenza che abbiamo sostenuto fin qui è più che fondata".

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