Gabriele Villa - Marcello Zacché
Milano - La quiete prima della tempesta. Prima del processo cui il direttore del settimanale Oggi Pino Belleri, verrà sottoposto questo pomeriggio dai suoi redattori. Un processo mascherato da assemblea di redazione. Perché molti animi sono elettrizzati, anche se ieri, al quarto piano del quartier generale di via Rizzoli si respirava un'irreale aria di tranquillità. Perché bisognava pensare a chiudere il numero del giornale che sarà domani in edicola.
Ciò non toglie che ieri il comitato di redazione abbia bussato nel tardo pomeriggio alla porta del direttore, l’ultima stanza in fondo al corridoio. E poi sia sceso a incontrare il management della Rcs Periodici (il direttore generale Laura Comini). Perché i colleghi di Oggi vogliono sapere, hanno tutti il diritto di conoscere la vera verità sulle foto incriminate, le famose foto di Silvio Sircana, portavoce di Romano Prodi che sosta accanto a un travestito, e che Belleri ha ammesso di aver acquistato e tenute sotto chiave. Il dubbio, da sciogliere, è quello dell’esistenza di una «copertura politica» a monte della questione.
«Partiamo dai fatti - dice Vincenzo Sansonetti del Cdr - e i fatti sono che la redazione di Oggi ha appreso soltanto domenica leggendo il Corriere dell'esistenza di quelle foto e che quelle foto erano state acquistate dal nostro direttore. Insomma noi non siamo conniventi, come qualcuno può pensare. Semplicemente non ne sapevamo nulla. Per questo abbiamo posto alcune domande al direttore. Per questo attendiamo delle risposte da lui e anche dai vertici Rcs». Domande più che lecite. Che a nostra volta abbiamo girato a Belleri.
«Le ho acquistate in novembre convinto che fossero state appena scattate, non sapevo che risalissero a settembre. Quanto al prezzo non sono tenuto a dirvi quante le ho pagate. Voi sostenete che ho sborsato centomila euro? Bene, anche se fosse stata quella cifra non è detto che quelle foto non la valessero. Potrebbero valere anche tre volte tanto le foto del portavoce del premier che si ferma accanto a un travestito». Ma, ci scusi direttore quelle foto non erano proprio nel target editoriale di Oggi... «Questo può essere vero solo in parte, se consideriamo che abbiamo già pubblicato foto di politici, vedi Formigoni, in situazioni particolarmente private».
In ogni caso le ha acquistate per non pubblicarle... «I cassetti dei periodici, sono zeppi di foto ritirate per impedire che altri concorrenti facciano uno scoop». Ma il sospetto che quelle foto non siano state pubblicate per fare un favore a qualcuno, ci perdoni, direttore, resta.... «Vedete io posso dare tutta la mia solidarietà a Belpietro. Posso sottoscrivere in pieno la sua battaglia contro l’ipocrisia giornalistica, ma non intendo farmi fare a pezzi da un’inchiesta che mi sembra stia diventando esagerata. Mi limito a dire che ho tenuto quelle foto nel cassetto perché tutti possiamo avere dei ripensamenti. Ripensamenti, ribadisco. Se poi qualcuno vuol fare della dietrologia si diverta pure».
Ma l’impressione è che intorno a Belleri ci sia un muro di gomma, alzato del gruppo Rcs. Bisognerà vedere cosa diranno oggi i manager della Periodici al Cdr. Ma a livello di gruppo, né l’amministratore delegato Antonello Perricone, né il presidente Piergaetano Marchetti hanno voglia di rilasciare dichiarazioni. Ma tra gli azionisti la tensione sale: dopo un giro di telefonate, si sarebbe deciso di chiedere spiegazioni al management. La domanda è una sola: «Sapevate o meno dell’esistenza del servizio fotografico, e che questo fosse stato acquistato da Oggi»? Domanda legittima, soprattutto perché la «secretazione» del servizio fotografico ha prodotto un danno al gruppo Rcs: la sua ammiraglia, il Corriere della Sera, all’oscuro dell’esistenza delle foto, ha scritto per tre giorni ai suoi lettori versioni inesatte. Per questo il danno «reputazionale» si è prodotto sia sul quotidiano diretto da Paolo Mieli, sia sugli azionisti della società, quotata in Borsa.
La domanda ai vertici aziendali è legittima anche perché la prassi ammette molteplici variazioni al tema dell’indipendenza dei direttori di testata. «L’esame da parte dei vertici del gruppo di servizi fotografici sui vip - rivela un ex di Via Rizzoli - era frequente soprattutto da parte di Novella 2000 o di Visto: alla fine era la questione che interessava sempre di più». Inoltre, nota un altro ex, «è strano che un servizio di quel tipo sia stato offerto a Oggi, che è una testata familiare, e non certo di gossip a sfondo sessuale».
Per questo il sospetto che l’operazione fosse più a livello di «gruppo» che di testata ci sta tutto.
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