Caso Speciale, ora rischia il posto Padoa-Schioppa

da Roma

«Condotta illegittima». E per Tommaso Padoa-Schioppa il centrodestra presenta una mozione di sfiducia che il Senato esaminerà il 22 o 23 gennaio. Il ministro dell’Economia, sostiene l’opposizione, ha rimosso il consigliere di amministrazione della Rai Angelo Petroni e il comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale, con provvedimenti dalle «motivazioni del tutto illegittime», come ha stabilito il Tar del Lazio. «Un atto dovuto, ma ci auguriamo che prima arrivino le dimissioni», dice il capogruppo di Fi a Palazzo Madama Renato Schifani.
Intanto, il governo deve correre ai ripari con un Consiglio dei ministri urgente. Il Tar ha annullato il decreto del primo giugno che destituiva Speciale e lo sostituiva con Cosimo D’Arrigo. Urge un nuovo provvedimento di nomina dell’attuale comandante e tutto è reso più facile dalle dimissioni presentate lunedì da Speciale, con una lettera non al governo (con il quale non vuole «collaborare») ma al capo dello Stato perché, spiega, è al vertice delle Forze Armate. Dimissioni accettate e D’Arrigo nominato nuovamente.
Ma il governo, che su questo punto è diviso, non chiarisce se farà ricorso al Consiglio di Stato, contro la sentenza del Tar. Un’ipotesi che sembra allontanarsi sempre più, dopo l’ultimo gesto del generale. Che prevede: «Se ricorrono andranno di nuovo incontro ad una pesantissima sconfitta». Su questo, per una volta, Mastella e Antonio Di Pietro sono d’accordo: meglio lasciar perdere. Per il Guardasigilli, «se il governo vuole evitare che ci sia un altro affanno, vista la delicatezza dei termini che la questione ha assunto, allora ci si può anche fermare qua». Il ministro delle Infrastrutture e leader dell’Idv concorda. «Su Speciale la decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri. Fu un errore politico, strategico e di credibilità». Ma le dimissioni di Padoa-Schioppa «che c’azzeccano?». L’appuntamento in Senato è per fine gennaio.

«Il 22? Chissà se ci saremo ancora!», sorride Mastella.
Il futuro del ministro è incerto, quello di Speciale potrebbe essere in politica. Ma, dice lui, «per spirito di servizio». Francesco Rutelli lo critica, Silvio Berlusconi assicura: «Non ne so nulla».

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