Roma - Tentato abuso d'ufficio e minacce. Sono i reati che la procura di Roma ipotizza nei confronti del viceministro dell' economia Vincenzo Visco nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte pressioni che avrebbe esercitato nei confronti dell'ex comandante della Gdf Roberto Speciale per l'avvicendamento di quattro ufficiali che indavano sul caso Unipol-Bnl.
I misteri che circondavano la posizione dell'esponente di governo sono stati svelati in serata dall'avvocato Guido Calvi, senatore Ds, al termine dell'interrogatorio al quale Visco è stato sottoposto dal procuratore della repubblica di Roma Giovanni Ferrara e dal sostituto Angelantonio Racanelli. Ipotesi di reato respinte da Calvi che ha annunciato di aver chiesto l'archiviazione del procedimento. Il viceministro, che ha lasciato la procura eludendo i giornalisti, aveva deciso di presentarsi spontaneamente ai magistrati per fornire la propria versione dei fatti soprattutto alla luce della conferma delle presunte pressioni fatta da Speciale in occasione della sua audizione del 15 giugno scorso.
"Dopo le notizie pubblicate dai quotidiani - ha detto Calvi - il ministro ha deciso di presentarsi ai magistrati ed ha risposto a tutte le domande in modo esauriente, al punto che la difesa ha formulato un' immediata richiesta di archiviazione del procedimento per totale insussistenza delle ipotesi accusatorie". Circa il reato di minacce, Calvi ha detto che tale ipotesi fa riferimento ad una "telefonata in cui Visco ha rivendicato i suoi poteri di autorità politica di controllo della condotta di una autorità amministrativa perché siano realizzate le finalità di governo: in particolare, l'impegno nella lotta all'evasione fiscale. Di qui i dubbi e le perplessità circa le condotte di alcuni comandi in Italia che apparivano deboli e non adeguatamente efficienti".
In merito all'ipotesi di tentato abuso d'ufficio, il difensore di Visco ha precisato che "al ministro non è mai stata data comunicazione della lettera che il procuratore della Repubblica di Milano Minale ha inviato a Speciale e solo quando la stampa ne ha dato notizia c'é stata una telefonata di Visco a Minale e i due hanno deciso di fare un comunicato congiunto circa la necessità graduale di eventuali sostituzioni nei comandi della guardia di finanza di Milano".
L'inchiesta giudiziaria è stata avviata dagli inquirenti romani nelle scorse settimane dopo la pubblicazione delle rivelazioni fatte da Speciale all' Avvocatura dello Stato. Nell'ambito degli accertamenti sono stati sentiti come persone informate sui fatti il colonnello Carbone e il maggiore Cosentino, i quali sarebbero stati testimoni di una telefonata intercorsa tra Visco e Speciale. Tra gli altri testimoni sentiti il generale Italo Pappa, ex comandante in seconda della Guardia di Finanza, il generale Sergio Favaro ed il generale Emilio Spaziante.
Fi e An: reati molto gravi, si dimetta "E adesso Visco si dimetta". Così il senatore Mario Ferrara, responsabile per le Politiche di Bilancio di Forza Italia, commenta l'iscrizione del viceministro dell'Economia nel registro degli indagati. "Le indagini della Procura di Roma riguardano reati molto gravi - aggiunge - E' impensabile che un componente del governo, indagato per minacce e abuso d'ufficio all'ex comandante delle Fiamme Gialle, possa continuare a occuparsi della cosa pubblica. "Visco non indugi troppo - conclude Ferrara - e rassegni immediatamente le proprie le proprie dimissioni". Sulla stessa linea An: Visco indagato per le vessazioni ai danni di Speciale deve dimettersi subito.
Lo reclama l'onorevole Maurizio Gasparri. "I suoi atti vergognosi - sostiene Gasparri, condivisi da Padoa Schioppa e Prodi , rappresentano una offesa alle forze dell'ordine e alla legalità. Napolitano che dice? Visco a casa è una esigenza immediata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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