Roma - Il D-day è fissato per martedì prossimo. A Palazzo Chigi Silvio Berlusconi riceverà una delegazione al gran completo della procura di Napoli: oltre ai pm che si occupano dell’indagine sulla presunta estorsione al Cavaliere, ci sarà anche il procuratore capo Giovandomenico Lepore, prossimo alla pensione, presente «per una forma di rispetto istituzionale », come il suo vice Franco Greco.
L’audizione di Berlusconi come parte lesa, il faccia a faccia con o sostituti Woodcock, Curcio e Piscitelli che il premier non ha potuto evitare essendo «testimone» (dunque obbligato a dire la verità), andrà in scena in contemporanea con l’audizione dell’onorevole Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Giulio Tremonti (e da questi «scaricato» due mesi fa) nella giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio, a pochi metri di distanza. E come se non bastassero i primi due appuntamenti per designare il 13 settembre come giornata chiave per l’esecutivo e per lo stesso Berlusconi, un po’ di chilometri più giù,a Bari, in quelle stesse ore sarà imminente la deflagrazione finale del caso D’Addario-Tarantini,con la chiusura dell’indagine e il deposito della famosa informativa della Guardia di finanza su intercettazioni che si annunciano a dir poco imbarazzanti per il presidente del Consiglio. Berlusconi si sarebbe intrattenuto al telefono con Giampaolo Tarantini (che era sotto intercettazione) discettando sulle performance sessuali delle ragazze che quest’ultimo gli aveva presentato, spacciandole come «amiche »sue (mai come escort) e«infiltrandole » alle feste di Palazzo Grazioli, ma in realtà pagandole per le prestazioni offerte.
Proprio il fronte d’indagine della procura di Bari ha aperto la strada all’audizione di Berlusconi, che i pm di Napoli (per ora) ritengono vittima di un ricatto (da parte di Valter Lavitola, dello stesso Tarantini e di sua moglie) incentrato su quella vicenda, e sulla versione «innocentista» per il premier che Tarantini ha sempre dato ai magistrati e ai media. Ossia, appunto, di aver sempre nascosto a Berlusconi che le donne che gli presentava e portava ai party erano escort, o comunque retribuite. Di certo per Tarantini le donne erano uno scorciatoia, uno degli strumenti per cercare entrature e agevolare i propri affari, sia nella sanità pugliese che a livello nazionale, quando il reuccio delle protesi aveva deciso di puntare più in alto, di provare a fare il lobbista.
E Tarantini, come ha ricordato nel suo interrogatorio l’imprenditore dalemiano Enrico Intini, era stato in grado di portare quest’ultimo da Bertolaso (già avvicinato dall’imprenditore d’area Pd durante il precedente governo). Tanto che Intini l’aveva messo a contratto come consulente, cercando agganci anche in Finmeccanica. Che Tarantini volesse cambiare tipologia di affari emerge dalla «celebre » intercettazione ambientale di una riunione tenutasi a gennaio del 2009 all’hotel De Russie di Roma per parlare di un appalto per le pulizie negli ospedali della Puglia vendoliana. Lì oltre a Tarantini e a Intini c’era anche Salvatore Matrangolo della Selex, controllata di Finmeccanica. Un nome, quello di Matrangolo, che, pur non indagato in nessuna di queste inchieste, è emerso anche nell’inchiesta sulla P4,con l’ex assistente di Alfonso Papa, Maria Elena Valanzano,che ha raccontato come l’onorevole, ora in carcere, le avesse presentato l’uomo di Selex, azienda per la quale la Valanzano lavorò poi come consulente.
Lo stesso Intini, nel suo verbale, a proposito dei «contatti»all’interno della holding guidata da Guarguaglini,riferisce di aver«incontrato in un’occasione Matrangolo, se non ricordo male un membro del cda di Seicos».
Ma l’intercettazione del De Russie sembra contraddirlo, poiché Intini arrivando alla riunione saluta Matrangolo cordialmente, e Tarantini gli dice «Rino lo conosci». Gli incontri, dunque, devono essere stati almeno due.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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