Caso Unipol, la Forleo insiste: «Ho solo denunciato un reato»

da Milano

Questa volta misura gli aggettivi. Rinuncia alla scure, non parla di «inquietanti interlocutori», né di «consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata». Ma non torna sui suoi passi. Nel documento con cui trasmette alla Procura gli atti relativi alle intercettazioni telefoniche tra l’allora eurodeputato Massimo D’Alema e l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte, il gip Clementina Forleo ribadisce «l’ipotesi concorsuale» per i reati emersi nella tentata scalata a Bnl. Una denuncia fatta attraverso il Codice e la Costituzione.
Se quelle conversazioni non valgono come prova in dibattimento, infatti, possiedono tuttavia una «utilizzabilità investigativa» (anche senza autorizzazione delle Camere) per iscrivere il parlamentare nel registro degli indagati. Così, in due pagine, la Forleo annota come «appaiono incomprensibili le censure espresse» dalla Giunta parlamentare per le immunità «nei confronti delle motivazioni» contenute nell’ordinanza del giudice milanese che sollevava «con la dovuta e necessaria motivazione l’ipotesi concorsuale, al pari di quanto frequentemente avviene in provvedimenti giurisdizionali di varia natura, e ciò al di là delle successive ed eventualmente differenti determinazioni del pm». Una censura ancor meno comprensibile considerato «il principio sancito dall’articolo 3 della Costituzione» («tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge»), e «l’insussistenza nell’ordinamento di prerogative parlamentari che precludano l’operatività dell’articolo 331 del codice di procedura penale». Ossia, l’obbligo, da parte di un pubblico ufficiale di «presentare una denuncia quando ha notizia di un reato perseguibile d’ufficio», trasmettendola al pubblico ministero. Il giudice, quindi, lo ripete anche in questa occasione. Il reato c’era.


Quelle telefonate, ora, tornano alla disponibilità della Procura. Starà al pm decidere se utilizzarle - qualora lo riterrà opportuno - per indagare D’Alema. È l’ultimo atto della Forleo. Definitivamente fuori dalla vicenda Unipol-Bnl, ma forte di Codice e Costituzione.

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