Roma

Cassano e Mancini? Fuga in una bolla di sapone

Salta l’affare con la Juve di Capello, se ne riparlerà a gennaio De Rossi: «Basta, non ne potevo più»

Jacopo Granzotto

Cassano alla Juve. Con Mancini. Tutti e due da papà Capello alla faccia del generale Spalletti. Bolle di sapone, bufale di questo agosto che di pazzo ha anche un mercato con poche idee ma confuse. Così la Roma, che ieri ha annunciato l’arrivo del portiere greco Eleftheropulos dal Milan, dovrà «tenersi» per ora i due fantasisti a dispetto delle voci e dei santi.
E pensare che ieri in città si respirava, pesante, l’aria del grande annuncio. In radio, in tv era stata attivata la linea speciale con l’inviato sul campo che avrebbe dovuto dare l’attesa-temuta notizia. Perché se Cassano era diventato un peso per tutti, tifosi compresi, la partenza di Mancini poteva scatenare l’ira del mister, pronto a rimpiangere l’equilibrio tattico perduto. Proprio Mancini avrebbe vanamente tentato il «colpo» alla Emerson, la grande fuga dopo il braccio di ferro con la dirigenza giallorossa. Dunque, tutto come prima. Anche se ora toccherà convincere il barese (e il brasiliano pure) che poi tanto male a Roma non si sta. Con Spalletti.
Il niet di Moggi mette però fine a un tormentone più asfissiante di quello di Gilardino e sembra dare sollievo alla squadra, sparpagliata qui e là in vista delle qualificazioni al prossimo mondiale tedesco. «Cassano? Smettiamola di parlarne. Non se ne può più - commenta Daniele De Rossi da Coverciano. Vorrei solo parlare di nazionale, dei prossimi importanti impegni in Scozia e Bielorussia validi per le qualificazioni al mondiale. «E invece - dice - mi ritrovo a parlare di Antonio, del caso Mancini, del mercato quando invece qui mi piacerebbe pensare alla partita con la Scozia.
Eppure è difficile per chi, come lui, è uno dei giocatori più affettivamente vicini al barese, sottrarsi agli argomenti che tengono banco. «Finalmente da domani (oggi) avremo tutti le idee più chiare. Mi è dispiaciuto tanto per Cassano, è vero che è un personaggio estroverso, che - sorride - non è una persona normale ma è anche un amico e bisogna usare equilibrio ed equità nei suoi confronti. Il fatto che se ne parli tanto e in certi modi non è stato bello, andrebbe invece lasciato tranquillo per sfruttarne appieno le sue potenzialità».
Gigi Riva ha dichiarato che la responsabilità di tutto è della Roma per come ha gestito la vicenda e isolato il giocatore. «È un argomento discusso da almeno due anni - ammette De Rossi -, ma non so se tutta questa storia è dipesa dalla Roma o da Cassano. So solo che è diventato estremamente pesante parlarne. Per il resto, ripeto, Antonio è un amico e conosco tante cose di lui che tengo per me».
E Mancini? «A me interessano i programmi. Capisco che rispetto a qualche tempo fa la mia società non sia tra le piazze più ambite, il che è dipeso dalla sofferta stagione appena passata. Ma adesso siamo ripartiti con un nuovo allenatore, un nuovo staff e c’è tutto per aprire un ciclo. Io e Totti abbiamo cominciato a respirare davvero un’altra aria dopo le pene d’inferno vissute l’anno scorso e lo abbiamo dimostrato già a Reggio Calabria. Peccato solamente che non siamo riusciti a gustarci questa vittoria fino in fondo per via delle vicende di mercato». Bene, da oggi si riparte con slancio almeno fino a gennaio quando il doppio tormentone prenderà corpo.

Statene certi.

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