«Cassano? Io lo convocherei sempre»

nostro inviato a Firenze

Presto arriverà nel club dei centenari azzurri. Intanto sabato Gigi Buffon eguaglierà Del Piero con 91 presenze in Nazionale. Una Nazionale da cui – a malincuore - è rimasto lontano sei mesi, colpa di quel guaio alla coscia destra. «Ma ora non fatemi domande difficili...», scherza uno dei senatori del gruppo di Lippi. I temi Amauri e Cassano sono di attualità e lui sa già che gli toccherà intervenire nel dibattito. Al brasiliano sarebbe pronto a dare il benvenuto nella truppa di Lippi, a differenza di altri nazionali illustri (vedi Toni, Di Natale e Gattuso), al barese riserva elogi ma di fronte alle resistenze del ct, lo spinge più verso la Juve.
«Se Amauri sceglierà l’Italia perché sentirà un forte senso di appartenenza è giusto che stia con noi – il messaggio di Buffon -. Io sponsorizzo tutti quelli che possono aiutarci a vincere e che hanno riconoscenza per il paese che li ha accolti. All’interno della Nazionale ci sono voci contrarie? Forse questa storia è stata lunghissima e ha avuto una cattiva gestione, si sono semplicemente stufati di sentirne parlare».
Si passa al tormentone Cassano. Per il barese prova un grande affetto ed è stato tra i più disposti a perdonargli qualche minima “cassanatina”. «Lippi ha chiuso le porte? Un ct ha il dovere di fare delle scelte». Buffon prova comunque a spezzare una lancia in favore di Totò: «Sarebbe utile alla causa, ha il bagaglio per essere il numero 1, anche se lo deve dimostrare nelle partite vere. Se uno come Cassano si mette a disposizione della squadra e i compagni lo aiutano, crea una miscela esplosiva. All’Europeo si è comportato bene e si è integrato al meglio nel gruppo. Magari qualche volta è andato sopra le righe, qualche gesto però gli si può concedere». Lo spot sembra convincente, ma alla domanda se sarebbe più facile inserirlo in Nazionale o nella Juve, Buffon risponde: «Dipende solo dalla sua voglia di voler ancora farsi conoscere e illuminare il calcio italiano con le sue giocate anche all’estero». Lippi non si farà commuovere, più pronosticabile – anche se non sicuro - un futuro con la Juve: «Viene dipinto come uno che fa saltare gli equilibri, ma non è così. È un calciatore un po’ anarchico e con lui servono compromessi.

Alla Juve ci sono giocatori con grande personalità e più titoli, ma a 27 anni sa dove si può arrivare. E nei grandi club nessuno o pochi hanno il posto garantito, anche se servono i campioni per vincere».
Il giudizio del portierone è già scritto.

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