RomaIl senatore del Pd Felice Casson è stato promosso dal Csm al massimo livello in magistratura, il settimo che apre le porte della Cassazione. Su quale base visto che allorgano di autogoverno delle toghe la riforma dellordinamento giudiziario impone di valutare lattività giudiziaria dellinteressato negli ultimi 4 anni per decidere se può salire di grado?
Eletto al Senato con lUlivo nellaprile 2006, Casson aveva già lasciato la toga lanno prima per candidarsi sindaco di Venezia, città dove ha sempre fatto il pm dassalto. Era fuori ruolo, dunque, quando perse la sfida con Massimo Cacciari e ripiegò per breve tempo sullattività di consigliere comunale. Prima di arrivare a Palazzo Madama, dovè capogruppo in Commissione giustizia.
Insomma, negli ultimi 4 anni Casson non ha fatto il magistrato, ma il politico. Il Csm, però, ha deciso che è meritevole di salire lultimo scalino della carriera. «Come magistrato è stato un ottimo senatore», ha commentato provocatoriamente il laico Pdl Gianfranco Anedda.
Ha espresso parere favorevole il Consiglio giudiziario di Roma, con il quale come magistrato linteressato non ha mai avuto a che fare, visto che ha svolto tutta la sua attività in toga a Venezia. Al plenum sono arrivati i passati giudizi del Consiglio giudiziario di Venezia, che lavevano valutato allaltezza del ruolo di magistrato di Corte dappello. E una autorelazione di Casson sulla diligente attività parlamentare svolta.
Insomma, il senatore è stato promosso perché in passato aveva dimostrato «buona preparazione giuridica» e «approfondita preparazione tecnica». Più difficile valutare il terzo parametro, la laboriosità. Impossibile dare giudizi sulla produttività parlamentare e allora si è ancora guardato al periodo precedente in cui era pm. Peraltro, è venuta fuori qualche magagna. Il suo capo in Procura non era proprio entusiasta del sostituto, che descriveva attratto dai riflettori delle grandi inchieste, ma con poca «attenzione e diligenza» per i procedimenti ordinari e con carenze di «disponibilità» alle esigenze dufficio dei colleghi. Comportamenti che, per il procuratore di Venezia, non trovano «spiegazione né giustificazione nella dedizione a procedimenti di grande rilevanza». Insomma, Casson era da pm un gran protagonista, a caccia di scoop giudiziari. Sono stati esaminati alcuni suoi provvedimenti, definiti spesso «banali e molto sintetici». Per le questioni di scarsa importanza denotavano «frettolosità» nella redazione. Tutte cose sottolineate da Anedda, che ha inutilmente chiesto un rinvio in Commissione della pratica per un approfondimento, con laltro laico del Pdl Michele Saponara e il togato di Magistratura indipendente Cosimo Ferri. Anedda ha anche ricordato il procedimento disciplinare per un commento critico alla stampa sullassoluzione di Eugenio Cefis ed altri inquisiti da Casson per il petrolchimico di Porto Marghera.
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