Castellano: «Mai capito il terrorismo»

Castellano: «Mai capito il terrorismo»

Francesco Gambaro

«Noi uomini di sinistra allora non capimmo il terrorismo e anche oggi siamo rimasti indietro sulla strada del riformismo». Così Carlo Castellano, l'imprenditore che subì un attentato delle Br, ha rievocato ieri gli anni di piombo e la genesi dei gruppi terroristici durante la presentazione del libro «Le parole di piombo» (edizioni Mondo Operaio) scritto dal parlamentare socialista Ugo Intini e da Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera. Il libro vuole rendere omaggio a Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera, assassinato 25 anni fa dalle Brigate Rosse.
Ieri Tobagi è stato ricordato nel salone di rappresentanza di Tursi con un dibattito moderato da Matteo Lo Presti, insieme alle testimonianze di Luca Borzani, assessore alla Cultura, Massimiliano Lussana, caporedattore de Il Giornale, Lanfranco Vaccari, direttore de Il Secolo XIX, Andrea Bagorda, caposervizi del Corriere Mercantile, Michele Marchesiello, magistrato che ha studiato a lungo il fenomeno del terrorismo. Quando Tobagi cadde per mano delle Br, Franchi era militante comunista, e Ugo Intini direttore dell'Avanti. Fui lui a tenere a battesimo Tobagi, alle prime esperienze giornalistiche. «Tobagi - racconta il parlamentare - finì nel mirino dei terroristi perché era riformista e perché i suoi articoli cercavano di capire, analizzare, approfondire la logica terroristica».
Dalle parole di piombo si passò così agli anni di piombo.

Anni nei quali «la colpa più grave del partito comunista - sostiene Massimiliano Lussana - fu quella di non capire il movimento che stava nascendo, a differenza del Psi di Bettino Craxi che si dimostrò più elastico e dialogante».

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