Castellano, a rischio l’inchiesta del Csm

da Roma

Settimana decisiva per Francesco Castellano. Il giudice, finito sotto inchiesta dal Consiglio superiore della magistratura per millantato credito e rivelazione di segreti d’ufficio in relazione all’inchiesta romana sulla scalata di Unipol alla Bnl, ha chiesto di cambiare sede, abbandonare le funzioni direttive e passare in Cassazione con le funzioni di consigliere. Se la sua richiesta venisse accolta, l’inchiesta aperta da Csm e la conseguente procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale, avviata la scorsa settimana, dovrà considerarsi chiusa.
Secondo le accuse l’ex presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano avrebbe parlato degli sviluppi delle indagini con l’ex amministratore delegato di Unipol, Giovanni Consorte. I suoi rapporti con il manager bolognese sarebbero stati caratterizzati da «anomali interessamenti e interventi su vicende giudiziarie» e da «inopportune richieste di “favori”» allo stesso Consorte.

Comportamenti che, messi insieme, secondo Palazzo dei Marescialli «hanno compromesso il prestigio dell'ordine giudiziario» e hanno «pregiudicato l’autorevolezza delle funzioni direttive di presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano attualmente svolte».

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