Caserta - I decreti di fermo
emessi dalla Dda di Napoli sono stati quattro,
nei confronti di altrettanti latitanti ritenuti appartenenti al clan dei
Casalesi. Sono scattate le manette, nel corso dell’operazione eseguita oggi dagli uomini del capo della Squadra Mobile di Caserta, Rodolfo Ruperti, per Massimo Amatrudi, Carlo Raffaele e Pasquale Musciarella, di anni 37. Il provvedimento restrittivo è stato, invece, notificato in carcere a Giuseppe Gagliardi, di 45 anni, di Calvizzano (Napoli) accusato, tra l’altro, di tentativo di estorsione nei confronti di Raffaele Granata, ucciso l’undici luglio scorso nello stabilimento balneare che gestiva in una località ai confini tra Napoli e Caserta.
Sfuggito uno dei killer della strage È riuscito a sfuggire alla
cattura Oreste Spagnolo, ritenuto uno degli esecutori della strage di
immigrati nella sartoria di Castel Volturno di giovedì
scorso. L’uomo era infatti tra i cinque destinatari dei decreti di
fermo, emessi dalla Dda di Napoli, nei confronti di pregiudicati
ritenuti legati a una delle fazioni del clan camorristico dei casalesi, e
appartenenti fino a qualche tempo fa al gruppo capeggiato da
Francesco Bidognetti, detto "Cicciotto è mezzanotte".
Estorsione con modalità mafiose L'accusa è di
estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Le indagini hanno permesso di riscontrare come i quattro fermati
provvedevano, dalla scorsa primavera, a chiedere il pizzo a
imprenditori e commercianti, in concorso con altri indagati.
Carcere di Santa Maria Capua Vetere Denaro che poi veniva consegnato direttamente a Spagnuolo. Oltre a Spagnuolo i provvedimenti riguardano Massimo Amatrudi,
40 anni, nato in Germania e residente a Castel Volturno, Carlo Di
Raffaele, 34 anni, nato in Gran Bretagna e residente a Napoli, oltre a
Pasquale Musciarella, 37 anni, nato a Napoli e residente a Castel
Volturno. Tutti sono stati accompagnati presso il carcere di Santa
Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
Indagato per gli stessi reati anche Giuseppe Gagliardi, 45 anni, già
detenuto per il tentativo di estorsione nei confronti di Raffaele Di
Granata, ucciso lo scorso 11 luglio.
Indagini successive alla strage Il blitz rientra anche nell’attività di forte pressione che polizia e carabinieri stanno compiendo a Castel Volturno all’indomani della strage avvenuta giovedì scorso: un italiano, gestore di un locale di una sala giochi ucciso per non avere pagato la tangente al Clan (fratello di un uomo legato alla cosca dei Casalesi) e sei extracomunitari africani. La strage di immigrati sarebbe maturata per una tangente non versata dai ’nerì su una partita di droga fatta arrivare a Castel Volturno.
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