Catenaccio e pioggia, le «armi» Ferrari

Gran catenaccio e poi, se dovesse diluviare, pronti a infilare la difesa avversaria e andare in gol. Nel caso, ci può scappare un gradino alto sul podio. Altrimenti, senza pioggia ma contando su un Fernando Alonso in giornata di grazia, al massimo il terzo posto.
Questo epilogo fanno intravedere le qualifiche di ieri, le previsioni meteo di oggi e gli sguardi degli uomini che volano e di quelli che volano un po’ meno. Per esempio Vettel, di nuovo in pole, stavolta faticando un briciolo: «Se non avessimo montato il kers, ora non sarei davanti a tutti... È stata una qualifica difficile e complimenti al team che l’ha montato e fatto funzionare bene». Per esempio Hamilton, secondo a un decimo: «E pensare che non ho neppure fatto un giro perfetto. Però abbiamo portato a termine un ottimo lavoro e ci siamo avvicinati di molto alle Red Bull. Hanno ancora un leggero vantaggio ma ci stiamo avvicinando». Seguono i vari Webber e Button, ma Alonso, quinto, che dice? Dice «non eravamo veloci in Australia e non lo siamo qui in Malesia»; ripete «almeno non abbastanza per lottare per la pole position»; spiega «due squadre hanno lavorato meglio di noi quest’inverno ed è chiaro che dobbiamo fare dei passi avanti»; sprona «ci vuole un salto di qualità, dobbiamo essere aggressivi nello sviluppo per recuperare». Decodificato il tutto: dobbiamo riuscire al più presto a copiare le ali flessibili della Red Bull così come ha fatto la McLaren. Punto.
Quanto al suo quinto crono (settimo Massa) a un secondo dalla pole di Vettel, Fernando è schietto come suo solito: «Allo stesso tempo (sott’inteso, mentre si lavora alle ali mobili, ndr) dobbiamo rimanere calmi, concentrati e portare a casa il massimo dei punti, sfruttando tutte le opportunità che si dovessero presentare. Il campionato è molto lungo e l’anno scorso abbiamo visto come la situazione possa cambiare repentinamente, da una gara all’altra. Pertanto, questo quinto posto lo giudico positivamente, anche perché in gara potrebbe accadere di tutto, soprattutto se dovesse piovere». E conclude: «L’assetto è migliorato e mi sono trovato più a mio agio rispetto a venerdì. Partirò dal lato pulito della pista (i giudici hanno però spostato a sinistra la pole su richiesta dei piloti, ndr)».
Questi gli umori della vigilia monsonica a Sepang. Quanto al catenaccio ferrarista, ne ha parlato patron Domenicali: «In fondo, nel calcio, può trasformarsi in un’arma per attaccare, tanto più che due squadre sono più veloci di noi per cui il nostro obiettivo era di stare in griglia immediatamente alle loro spalle e ci siamo riusciti». Sul meteo, previsioni ed esperienza giornaliera dicono che oggi alle 16 locali, ora del Gp, le 10 in Italia, su Sepang dovrebbe diluviare. «In gara si prevedono condizioni meteorologiche perturbate» conferma Domenicali, «il che può contribuire a mischiare le carte... Se riusciremo a fare le cose bene in ogni settore – strategia, affidabilità, lavoro di squadra e piloti – allora potremo aspirare a un buon risultato».
Pioggia a parte, l’altro alleato la Rossa lo sta creando in fabbrica, lavorando forsennatamente nel tentativo di copiare - come felicemente riuscito alla McLaren - le ali flessibili in pista e rigide ad auto ferma che da un anno fanno volare le Red Bull. L’ingegner Costa, direttore tecnico Ferrari, prima ha spiegato: «Non siamo dove pensavamo di essere quest’inverno, ci manca prestazione, ma non sappiamo ancora dove sia il problema»; e poi ha ammesso: «Faremo presto anche noi l’ala flessibile».
Questo per i big. Alla voce ex big, purtroppo Michael Schumacher si è rimesso la tuta di chi si domanda chi diavolo me l’ha fatto fare di tornare.

Nel decisivo Q2 si è preso più di sei decimi dal compagno ed è rimasto fuori dai dieci.
Bene le Pirelli, nonostante fossero gli stessi tecnici della Casa italiana a temere i 50 gradi dell’asfalto malese. Oggi la prova verità con la gara. Previsti tre, forse quattro pit stop.

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