Le catene di messaggini

C’est Fini, alla monegasca. O senza tanti francesismi: «FareFuturo? FareFesso». È già il libro dell’estate, anzi il poema: la Fineide. Inoltro violento di sms a catena, pagine web, passa parola, per la serie non ci resta che piangere e allora ridiamoci su, del resto la prima battuta già in tempi non sospetti la fece appunto Roberto Benigni: «L’ho incontrato una volta sola. Fini non è una persona che si possa giudicare avendolo visto una volta sola. E io non ho intenzione di rivederlo». Arrivederci a Montecarlo, invece. In cartolina lui, Gianfranco. Lei, Elisabetta Tulliani, la compagna di lui. E l’altro, il fratello di lei Giancarlo, già soprannominato «l’Inquilino all’insaputa» (di lui). Sono loro i protagonisti dell’estate, «in questi giorni non parlerò pubblicamente per non rubare la scena a Gianfranco» scherzava non a caso con i suoi Silvio Berlusconi il battutista d’eccellenza.
Ieri fra i palazzi (vabbè, ombrelloni) della politica era tutto uno scambiarsi messaggini sui cellulari, come alla Befana. Descrizione di lui: «Credo sia Fini...to». Con indovinello: «Tradisce il partito. Tradisce gli ideali. Tradisce gli elettori. Tradisce i defunti. Tradisce gli amici. Tradisce i familiari. Il suo nome inizia per G ma non è Giuda. Il cognome inizia per F come Figura di m... Se indovini chi è vinci un soggiorno gratis a Montecarlo per te, tua moglie e tuo cognato». Risposta: «Montecarlo? Non so dove sia. Provo disappunto nell’apprendere che esista». Descrizione di lei: «Elisabetta: Lotto per Gianfranco». E poi, random. Fin...ezza: «Se la Tulliani ti vuoi tr... a Montecarlo la devi portare». Sagacia: «Montecarlo, la procura apre un’inchiesta contro ignoti. Il Pdl chiede le dimissioni di “ignoti” da presidente della Camera». Sarcasmo: «I Tulliani appreso dell’esistenza dell’oro di Dongo sono corsi a chiedere dove si trovi questo paradiso fiscale: “A Gianfra’, ma sto Dongo sta vicino al Congo o dalle parti delle isole Tonga?».
Del resto, la terza carica dello Stato è già da un po’ al centro dell’umorismo, assieme ai suoi. A palazzo Madama la finiana Generazione Italia è stata ribattezzata di recente «Generazione di fenomeni», copyright del senatore Pdl Franco Orsi. Quando poi si è trattato di trovare un nome ai gruppi parlamentari, spopolava la battuta di spinoza.it: «Si rincorrono indiscrezioni sul nome del nuovo gruppo dei finiani: tra le proposte Azione Nazionale, Nazione e Libertà, Futuro Nazionale, Futuro e Libertà, Decima Mas». Precipitata la situazione in Parlamento e nel Principato, sullo stesso sito si è scatenato il crescendo: «Anche Bocchino, Briguglio e Granata fuori dal Pdl. I pm li guardano già con disinteresse»; «L’ex cofondatore del Pdl prima esce dal Pdl e poi scarica il cognato. In fondo torna alle origini: Fa scismi»; «Berlusconi intima a Fini di lasciare la Camera. Senza nemmeno chiamargli un taxi».
Alcuni politici si son presi la briga di renderla pubblica, l’ironia sul pasticciaccio brutto della casa che fu di An e poi divenne di Giancarlo il cognato passando per società off shore. Il primo era stato un insospettabile Roberto Maroni, ministro leghista dell’Interno, che intervistato da «A» aveva così descritto le sue vacanze: «Sono nel golfo dell’Asinara, roba per gente comune: io non ho vinto all’Enalotto». Ieri è toccato a Francesco Storace prendersi la briga di pungere l’ex alleato via Facebook, riadattando Cartesio: «Rogito, ergo sum». E su Facebook ieri il dileggio era sport nazionale, dalla creazione del nuovo gruppo: «Fini anche noi vogliamo una casa a Montecarlo», all’ironia amara di avversari e amici delusi: «Se la casa era molto fatiscente, come mai suo cognato ci abita?» domanda Daniela Mongatti; «Ormai tutti lo chiamano Gianfranco Pinocchio, che figuraccia» replicava Francesco Borrello Di Santagata, fino a Claudio P: «A Scajola hanno comprato una casa a sua insaputa. Fini si è trovato il cognato come inquilino a sua insaputa. Meno male che la legge non ammette ignoranza».
La palma della ferocia però l’ha vinta Giuliano Ferrara, potenza della rabbia da delusione.

Artefice dell’ultimo, fallimentare tentativo di mediazione fra Silvio e Gianfranco, l’Elefantino con Fini rischia di diventare più cattivo che con gli ex compagni di sinistra, e da due giorni sceglie titoli al vetriolo. L’ultimo: «Casa triste casa», quasi peggio del penultimo: «Qui si accasa l’asino».

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