Cattaneo: «Quel pedaggio non ridurrà traffico e smog»

L’assessore regionale: «Partire a febbraio è presto, le Ferrovie Nord non sono pronte»

Sabrina Cottone

«Evitiamo il caos in una situazione che è già difficile. La gente direbbe che la misura è colma». Raffaele Cattaneo, assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità, è molto preoccupato dalle anticipazioni sul ticket antismog che il Comune si prepara a far partire: «Il provvedimento sembra mosso più dalla volontà di dare un segnale politico che di risolvere i problemi». I timori riguardano la capacità delle Ferrovie Nord di sopportare l’aumento dei pendolari, la data di introduzione («febbraio è troppo presto»), ma anche il rischio che i costi siano superiori ai ricavi, che il traffico non diminuisca e soprattutto che si fallisca l’obiettivo principale, ovvero ridurre l’inquinamento: «La lotta allo smog non può avere alcun effetto se si limita alla cerchia ferroviaria. Lo dimostrano tutti gli studi».
Insomma, la Regione è contraria al ticket antinquinamento?
«Al contrario, il ticket è un provvedimento coraggioso e un tentativo di risposta forte, ma è un tema delicato e partire male distruggerebbe la praticabilità di un’idea buona. Ci sono esperienze di ticket buoni e altre disastrose e la differenza è nelle modalità d’attuazione».
Vuol dire che il ticket proposto dal Comune rischia di avere effetti disastrosi?
«Attendo che l’assessore Croci venga a illustrare le ipotesi al tavolo con Provincia e Regione, secondo gli accordi, e se mi presenterà un piano convincente non avrò nulla da obiettare. Ma sulla base di quel che ho appreso dalla stampa dell’esito dell’incontro a casa Moratti ho molte perplessità, a partire dall’idea di far partire la sperimentazione a febbraio. La data mi sembra estremamente vicina».
Perché insiste per rinviare l’avvio della sperimentazione?
«Perché il ticket, scoraggiando l’uso delle auto, non è introducibile senza adeguare il trasporto pubblico. Da subito. Non si può dire: “metto il ticket il 19 febbraio e poi arrangiatevi”. E non è sufficiente potenziare solo i mezzi dell’Atm, perché il tema riguarda tutta la Regione. La rete è satura già adesso nelle ore di punta, al momento sui treni delle Ferrovie Nord è impossibile potenziare del dieci per cento il servizio. È un problema che non si può ignorare».
Anche il problema dell’inquinamento è molto sentito. Non si rischia di rimandare le soluzioni all’infinito?
«Se l’obiettivo del ticket è combattere l’inquinamento, così come è previsto non ha senso. L’inquinamento, come dimostrano tutti gli studi, è un fenomeno che ha i suoi effetti ben al di là della cerchia ferroviaria. Se inquini a Cinisello, tanto per fare un esempio, o a Brescia, quell’inquinamento te lo ritrovi a Milano. Per questo contro l’inquinamento occorrono un ticket concordato a livello provinciale e regionale. Altrimenti non è efficace».
Il Comune ha intenzione di reinvestire i ricavi previsti (396 milioni nel primo anno) in misure ambientali. Non è sufficiente?
«Mi sembra una stima esagerata e comunque il problema non è il ricavo ma il costo del provvedimento, che è molto alto e anzi, come dimostrano i precedenti all’estero come Londra, addirittura superiore ai benefici. Un ticket è disastroso se diventa un costo e non abbatte né l’inquinamento né il traffico».


Pensa che il ticket, così come è concepito, non ridurrà il traffico?
«Mi sembra che paghino tanto i non catalizzati, cui la Regione ha già vietato la circolazione, e che non paghino nulla dagli euro due in su. Inoltre serve un’adeguata telerilevazione automatica e centoquattordici varchi non si allestiscono in un attimo. Temo che alla fine i veicoli non diminuiranno».

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