Cattolici in subbuglio: «C’è una sola famiglia ed è quella la priorità»

Subito sfilata per l’orgoglio omosessuale e deleghe «alle famiglie» (invece che «alla famiglia»). Il segnale politico è molto chiaro. E non è tanto il merito della scelta che lascia perplessi tanti cattolici, come Savino Pezzotta ed Emanuela Baio, ma la sua adozione come priorità. É nella sua prima seduta che la giunta municipale di Milano presieduta da Giuliano Pisapia ha deliberato il patrocinio all gay pride di Milano. Prim’ancora, nell’attribuzione delle deleghe, il sindaco ha deciso di correggere la tradizionale competenza «alla famiglia» con un «sostegno alle famiglie». Un plurale che è tutto un programma (politico), come spiega l’assessore delegato, il pd Pierfrancesco Majorino: «È un atto di normale modernità, Milano deve essere una grande e bella città civile». Insomma, significa coppie di fatto.
Dunque la rotta è tracciata, tutto sommato è quella prevista, ma in politica tempi e modi sono tutto, e qui sorgono problemi e distinguo. Il primo a evidenziarli è stato proprio l’assessore del Pd (cattolico sua volta) Marco Granelli, che ha precisato: «Ovviamente con questo atto non ci assumiamo la responsabilità e condivisione delle espressioni e dei contenuti usati durante la manifestazione». La senatrice Emanuela Baio, brianzola ed eletta in Lombardia, è un’esponente di Alleanza per l’Italia, e come tale parte della maggioranza politica di Milano («sostengo la presenza di Bruno Tabacci in questa giunta», precisa). Non è polemica, Baio, anzi si appella alla «saggezza di Giuliano Pisapia», ma spera «che non si faccia ingabbiare negli ideologismi». La sua lettura è molto chiara, ed è costruita proprio sul nesso fra gay pride e famiglia: «Se c’era una scadenza non discuto la scelta del patrocinio - premette - purché si sappia, con franchezza, che non è questa la priorità di Milano». «Ho conosciuto molte famiglie, un gran numero di famiglie formate da un uomo e una donna, e molte famiglie spezzate, e ne conosco le difficoltà anche economiche. Un buon amministratore deve conoscere la realtà, e credo che Bruno saprà discernere come assegnare le risorse a favore dei nuclei familiari. Servono scelte coraggiose, penso al quoziente familiare tipo Parma». «Per noi c’è una sola famiglia» taglia corto Alessandro Sancino, coordinatore provinciale dell’Udc. «No comment» da Maria Pia Garavaglia ed Enrico Farinone. Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl, ha «inventato» il family day, manifestazione di gran successo. Sulla famiglia non fa crociate, né sconti: «Per me la famiglia è una sola, quella dell’articolo 29 della Costituzione, formata da un maschio e da una femmina. E affermare questo non significa discriminare le altre convivenze, chi lo sostiene compie una mistificazione». «Io - scandisce - rispetto tutti ma chiedo anche di essere rispettato, di non essere definito omofobo, cosa che davvero non sono.

Io non sono contrario a tutele e garanzie per le convivenze, ma non le equiparo alle famiglie». «Detto questo - aggiunge - il patrocinio al gay pride non mi turba, spero solo che Pisapia concederà il patrocinio anche a un eventuale family day milanese. Sono sicuro che lo farà»

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