Caro direttore,
per ricostruire la vicenda dell’assegnazione dei Mondali 2018 alla Russia non c’è bisogno né di sofisticate dietrologie né, come scherzosamente suggerisce il suo giornale, di Assange. È sufficiente riprendere l’audio delle parole pronunciate da Berlusconi a Sochi nella conferenza stampa congiunta con Medvedev. «In piccola parte è anche merito nostro. Siamo soddisfatti», ha esordito il premier. Poi ha aggiunto: «Coi nostri rappresentanti noi abbiamo lavorato non soltanto portando il nostro voto, ma anche cercando di convincere gli amici che avevamo». Ora, dal momento che tra i 22 delegati Fifa che hanno deciso di assegnare i mondiali alla Federazione Russa non c’è un solo delegato di nazionalità italiana, Berlusconi non ha detto la verità. E qui non è questione di moral suasion su altri, ma di un fatto preciso: il voto che lui ha detto essere stato espresso dall’Italia che, però, l’Italia tecnicamente non poteva esprimere. Credo che tra i compiti di ogni parlamentare, in particolare di opposizione, debba anche esserci quello di stigmatizzare, di fronte alla pubblica opinione, bugie come questa, purtroppo pronunciate «fuori casa» e dinanzi alla comunità internazionale.
Enrico Letta
vicesegretario Pd
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