Politica

Il Cavaliere: "Farabutti nei giornali e in tv"

nostro inviato a Onna (L’Aquila)

Un «momento toccante». A Onna, quando consegna 93 nuove case di legno e inaugura l’asilo progettato e intitolato a Giulia Carnevale, la ragazza di 22 anni morta tra le macerie della Casa dello studente, Silvio Berlusconi parla davvero poco. La giornata abruzzese, infatti, per il premier rappresenta il primo atto di un cambio di passo su cui ha iniziato a ragionare durante l’estate, convinto che per superare le polemiche su Noemigate e caso D’Addario, nonché l’ultima querelle con Gianfranco Fini, sia necessario concentrarsi «anima e corpo» sull’azione di governo, l’unica cosa - spiegava nei giorni scorsi con i suoi - che davvero interessa gli italiani. E la ricostruzione post-terremoto rappresenta per il Cavaliere uno dei risultati più importanti, con le prime a case di legno consegnate ieri a poco più di cinque mesi da quel tragico 6 aprile. «Era una promessa ardita, lo sapevamo. Grazie a Dio l’abbiamo mantenuta», spiega Berlusconi consegnando le prime chiavi alla famiglia di Alessandra Giancola, estratta a sorte lunedì sera e corsa a firmare il contratto di comodato d’uso della casetta numero 39.
Così, anche quando a sera partecipa in diretta alla puntata speciale di Porta a Porta, il premier si concentra soprattutto sul capitolo ricostruzione. E solo quando sono ormai passate le dieci di sera affronta gli altri nodi sul tavolo, dal conflitto d’interessi alla manifestazione di sabato sulla libertà di stampa. Prima, un lungo servizio girato nel pomeriggio a Bazzano, pochi chilometri da Onna, racconta il pomeriggio del Cavaliere nei cantieri dei nuovi stabili antisismici a tre piani che sono ormai in via di consegna. Con un Berlusconi inedito che illustra gli interni già arredati, indica il parquet, apre e chiude finestre e mostra cucine già provviste di stoviglie. «In Abruzzo - dice - abbiamo l’Italia migliore, è questo che ci ha consentito un miracolo epocale». Al punto che lunedì «ho avuto la soddisfazione di sentir dire a Nancy Pelosi», speaker del Congresso degli Stati Uniti e leader dei Democratici, che «mai in America sarebbero riusciti a fare una cosa del genere». La consegna delle case, assicura, sarà «completata entro i primi di dicembre».
Si passa quindi alle polemiche degli ultimi giorni. Con Berlusconi che tutto fa fuorché sottrarsi. Quella del conflitto d’interessi, dice, è «un’accusa infondata e comica» viso che «non si riesce a individuare una sola trasmissione Mediaset di attacco» al centrosinistra, mentre la Rai «è l’unica televisione a mondo che è contro una sola parte politica». E via elencando, da Anno Zero a Ballarò, passando per Report. Insomma, «manifestare contro la libertà di stampa è contrario alla realtà» visto che «nella tv e nella stampa ci sono troppi farabutti». Con una digressione su la Repubblica, «non un giornale ma un super-partito con un editore svizzero e un direttore dichiaratamente evasore fiscale». Torna anche sulle vicende degli ultimi mesi, dalla querelle su Noemi al caso D’Addario. «Solo spazzatura», dice dopo aver ricordato l’intervento del vescovo di L’Aquila durante la cerimonia del pomeriggio a Onna. «Il Vangelo - aveva detto monsignor Giuseppe Molinari - condanna chi chiacchiera e non fa fatti ma premia chi agisce concretamente. Io prego per lei e le auguro di poter continuare a fare del bene come sta facendo non solo a noi ma alla nazione».
Così - dopo aver ribadito di essere alla guida del «miglior governo della storia d’Italia» tanto che neanche quel che ha fatto «un padre della patria come Alcide De Gasperi è paragonabile a quanto fatto dal mio esecutivo» - il Cavaliere ne ha anche per l’opposizione. «Tutti questi signori, Massimo D’Alema in testa, sono dei veterocomunisti che usano metodi stalinisti. Per questi cecchi gufi c’è bisogno di un cambio generazionale». Detto questo, Berlusconi esclude categoricamente l’ipotesi di elezioni anticipate: «Mai. Porterò avanti il mio mandato fino alla fine». E quando Umberto Bossi invoca le elezioni, come la secessione, lo fa per «accarezzare la sua gente». La Lega è «un alleato affidabilissimo».
Capitolo a parte quello delle alleanze in vista delle regionali del 2010. «Per me - spiega il Cavaliere - contano i principi e i programmi. L’Udc fa parte del Ppe, mi parrebbe logico e conseguente che si alleasse con noi anche in Italia. Ma ho visto che pensano alla politica dei due forni, agli assessori e alle clientele». Considerazione che non piace troppo a Pier Ferdinando Casini che alza il telefono e rivendica la scelta di allearsi con Pd o Pdl a seconda dei candidati governatori: «È sbagliato mortificare così la politica di un partito che era all’opposizione con Prodi e lo è oggi con Berlusconi. Un partito che non cerca poltrone e dai due forni si è tirato fuori. Se questo è il giudizio di Berlusconi, comunque, non avrò difficoltà a non fare alleanze con il Pdl». «Ha qualcosa da dire?», chiede Bruno Vespa a Berlusconi.

Che si limita a un gelido «auguri».

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