Nel celebre presepe di San Gregorio Armeno, la statuina di Edinson Cavani ha trovato posto accanto a quella di San Gennaro. Merito di quella tripletta che ha affossato il Milan (nessun giocatore del Napoli aveva mai segnato 3 gol ai rossoneri) e ha infiammato il popolo napoletano poche ore prima del miracolo dello scioglimento del sangue del patrono.
Per uno scherzo del destino, il sacro si è unito al profano. Anche se la punta uruguayana è un Atleta di Cristo e domenica sera dopo ogni gol segnato ha alzato le braccia a mo di preghiera. Le sue prodezze hanno tenuto banco anche durante la solenne cerimonia di ieri nella Cattedrale di Napoli. E le prime proiezioni stagionali (4 reti in 3 partite) dicono che Cavani può ripetere, se non migliorare, lultima stagione: 33 gol tra campionato ed Europa League.
«Abbiamo dato un segnale forte al campionato», il grido di battaglia del Matador, che come accade in Inghilterra in caso di hat-trick (tripletta), si è portato a casa il pallone del match. Al termine del quale si è addirittura esibito davanti alla telecamere in una breve e molto personale versione di O surdato nnammurato. «Sono qui da un anno, lho dovuta imparare per forza, ma lammiravo anche prima da avversario - ha sottolineato lattaccante del Napoli -. È un motivo che fa venire la pelle doca, soprattutto quando lo cantano in sessantamila».
Unaltra serata di gloria, dopo quella di Manchester dove oltre al gol aveva incassato gli elogi di Roberto Mancini («con me Cavani giocherebbe sempre»). Edi aveva salutato alla sua maniera (ovvero con i gol) il San Paolo il 3 aprile scorso, con tre reti alla Lazio - primo importante mattoncino per il piazzamento Champions -; cinque mesi dopo ha calato un altro tris che accredita gli azzurri di Mazzarri tra le possibili protagoniste del torneo. Per la punta - reduce dal successo estivo in Coppa America - è la quinta tripletta in un anno, dopo quella europea allUtrecht e quella in territorio italiano con Juventus, Sampdoria e appunto Lazio. Nella passata stagione Cavani è diventato il bomber assoluto del Napoli in un singolo campionato, cancellando l«icona» Vojak dopo quasi 80 anni e ha contribuito, con i 29 punti garantiti alla truppa di Mazzarri, a tornare dopo 21 anni sul palcoscenico europeo più prestigioso.
Domenica sera, dopo il match, ha portato a cena la moglie Maria Soledad, il figlio Bautista - nato a Napoli - e i suoi procuratori. «Ma ora dobbiamo pensare al Chievo, la nostra bestia nera, lanno scorso ci ha battuto due volte», ha ammonito Cavani. Anche se a Napoli sognano già una festa di San Gennaro lunga un anno.
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