Cavendish non perde una volata, Nocentini la maglia

Uno non ci sente di perdere una sola volata, l’altro non ci sente di privarsi della maglia gialla, insieme stanno tenendo in piedi senza neanche penare troppo un Tour che piace per il suo bagno di folla, un po’ meno per l’aspetto agonistico. Da giorni la corsa è monotona, prevedibile, stanca: con o senza oreillettes (auricolari). Mark Cavendish vince la sua quarta tappa, e va così ad aggiungerle ad altrettante quattro vinte un anno fa: non male per un ragazzo di appena 23 anni, con al suo attivo 8 tappe al Tour e cinque al Giro. Rinaldo Nocentini mantiene invece facilmente la maglia gialla e si prepara a farlo anche oggi, quando i corridori affronteranno un'altra tappa senza difficoltà altimetriche. «Tappa tranquilla, peccato solo per qualche caduta», dice Nocentini, anch’egli costretto a mettere piede a terra, senza però gravi conseguenze. «Il vero problema è che mi sono solo sporcato un po’», dice sorridente.
A tenere banco anche ieri è stata però la polemica sugli auricolari. Le proteste dei corridori durante e dopo l'esperimento di Issoudun hanno aperto una piccola breccia negli organizzatori del Tour, che avrebbero voluto adottare il divieto di utilizzo radioline anche per la tappa di domani a Colmar. «Gli organizzatori ci hanno chiesto di autorizzare gli auricolari per la tappa di venerdì - ha spiegato il presidente dell'Uci, Pat McQuaid -. L'argomento sarà nel programma della nostra prossima riunione che avverrà domani». Oggi sapremo. Fine delle comunicazioni e speriamo bene. Con o senza radioline, tappa prevedibile e da lamette ai polsi. Due i prescelti di giornata per andare verso il patibolo di una fuga suicida: il belga Van Summeren e il polacco Sapa, che nei primi chilometri allungano e prendono velocemente il largo. Non sono uomini da classifica, il gruppo per questo li lascia andare senza dannarsi l'anima. Al 71° km i due toccano il vantaggio massimo: 3'51". Poi le squadre dei velocisti, su tutte la Columbia di Cavendish, si piazzano davanti al plotone a tirare. A 5 km dal traguardo, i due vengono inevitabilmente risucchiati e per la volata finale non c’è storia: Mark Cavendish è il più veloce di tutti, anche di un ottimo Tyler Farrar, che perde con onore ma si deve accontentare della seconda moneta. «Volata difficile perché un po’ in salita? Macché. Tappa come tutte le altre: mica arrivavamo sul Mont Ventoux», dice il velocista inglese che da ieri è tornato a vestire la maglia verde.
Il dibattito intanto è aperto: Cavendish vince tanto perché non ha rivali o perché è semplicemente di un altro pianeta? Cavendish vince da due anni con regolarità, contro tutti e tutto. Il vero problema dei grandi è rendere nani chiunque gli passi accanto.
Oggi 12ª tappa: da Tonnerre a Vittel, 211 km.

«Tantissimi mi dicono che posso portare la maglia fino a Colmar ­ spiega Nocentini, sempre accompagnato dalla moglie, anche ieri vestita di giallo, con in dosso una maglia con la scritta «I'm the best and no comment» (sono il migliore e non fate commenti) -. Io però non voglio pormi limiti e penso che con un po’ di fortuna posso vestire questa maglia fino a domenica, quando la corsa arriverà a Verbier».

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