Cda a vuoto Stop ai palinsesti autunnali. Il Pdl: «Troppo faziosi»

Il mondo capovolto: ieri sono stati i consiglieri di maggioranza della Rai a bloccare ai programmi dell’autunno, facendo saltare il numero legale in Cda. Tutti e cinque compatti gli esponenti del Pdl hanno detto no ai palinsesti portati in cda dal dg Lorenza Lei dopo lunghe mediazioni. Motivo? Nonostante l’addio di Santoro, ci sono ancora troppi programmi schierati. A sinistra s’intende. Lo spiega il consigliere Verro: «Raitre si configura sempre più come un’enclave separata dal resto dell’offerta aziendale, orientata quasi completamente su uno specifico target politico-culturale. Personalmente credo in un modello di servizio pubblico diverso che rappresenti con equilibrio le diverse sensibilità politiche e culturali. Ritengo quindi necessario uscire dalla logica di appartenenza, magari puntando anche su altri temi come l’economia e la politica internazionale. Lo spazio lasciato libero da Santoro offre ad esempio l’opportunità per sperimentare nuove formule». Insomma i consiglieri chiedono di avere garanzie di pluralismo (controllo del contraddittorio e dell’imparzialità di conduttori) per i vari programmi di Fazio, Floris, Dandini e Gabanelli. I consiglieri di sinistra hanno bollato come irresponsabili i loro colleghi, di fatto sostenendo l’operato del dg. Come farà ora la Lei a uscire da questa empasse? Ieri si è riunita con i tre vice direttori generali Marano, Leone e Comanducci: insieme hanno trovato un’ampia convergenza e si presenteranno uniti lunedì per affrontare il cda riconvocato.

Ma, di fronte a tutto questo, come si comporteranno i «compagni conduttori»? Facile che il richiamo a La7 suoni sempre più forte. Per una parte della Rai perderli sarebbe solo un fatto positivo, per un’altra invece un grave danno, soprattutto per i disastrati conti economici.

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