Cdl, appello comune delle tre punte

Massimo Malpica

«Vogliamo lanciare un grande appello a tutte le forze politiche, sociali, economiche e produttive e a tutti i cittadini romani per costruire un grande progetto per Roma e una concreta e vincente alternativa a tredici anni di ininterrotto governo della sinistra sulla Capitale». Parlano con una sola voce gli «attaccanti» designati dalla Cdl per strappare il Campidoglio a Walter Veltroni. Che ieri si sono incontrati, come voleva il candidato di An Gianni Alemanno, per trovare una piattaforma comune, un «quadro» valido per tutti, all’interno del quale poi sviluppare il proprio programma. Ma, come era peraltro annunciato, al primo piano del bar Rosati nel primo pomeriggio di ieri mancava all’appello uno dei «quattro moschettieri» del centrodestra. Mario Baccini, ministro della Funzione pubblica e in corsa per le insegne dell’Udc, ha infatti deciso di disertare il vertice, lasciando che tra un caffè e una tartina a stabilire le linee guida per proporsi come «Anti-Veltroni», restassero solo Alemanno, il candidato azzurro Alfredo Antoniozzi e quello della nuova Dc, Mauro Cutrufo. Oltre ai tre, intorno al tavolo di Rosati c’era il coordinatore regionale di An, Francesco Aracri, la sua omologa in Forza Italia Beatrice Lorenzin, insieme al coordinatore cittadino Giampaolo Sodano e al responsabile di Fi per la campagna elettorale nel Lazio, Giorgio Simeoni. Ad accompagnare Cutrufo, infine, i coordinatori per Roma, Antonio Gazzellone, e per il Lazio, Massimo Nardi.
E, insieme all’appello lanciato ai romani affamati di un’alternativa al monopolio amministrativo del centrosinistra nella capitale, i tre candidati presenti dal «confronto concreto e costruttivo» hanno trovato i primi punti di contatto. «In questi anni - hanno spiegato Alemanno, Antoniozzi e Cutrufo nella nota diffusa al termine del meeting - la città di Roma è peggiorata nella qualità della vita che offre ai propri cittadini, mentre dal punto di vista economico continua a perdere grandi occasioni, rischiando di entrare in una crisi strutturale e finanziaria irreversibile».
Ovviamente gli uomini designati da An, Dc e Fi hanno puntato l’indice sulle «contraddizioni continue» che emergono «dal punto di vista dei valori nella maggioranza che governa la Regione Lazio, la Provincia e il Comune di Roma», citando come ultimo esempio «le divisioni sui Pacs». Ma il comunicato congiunto insiste anche sul bisogno di «scardinare il sistema di potere che la sinistra ha costruito con un accordo consociativo che va dalle cooperative rosse ai grandi gruppi imprenditoriali».
La ricetta per vincere? «Ridare fiducia alla maggioranza dei cittadini che non si riconoscono in questo sistema di potere», sostengono i tre, che sulla base della piattaforma in elaborazione intendono «convergere su un programma comune e sul candidato che avrà ricevuto più consenso dai cittadini» al secondo turno. Sperando che la corsa non sia a tre, ma a quattro, perché «l’“appello comune” sarà aperto a Baccini come agli altri candidati alternativi a Veltroni», ha spiegato Alemanno.

E intanto sull’ipotesi dell’election day che unisca in un solo giorno politiche e amministrative, spunta la prima divergenza. Antoniozzi è contrario, come anche Cutrufo, favorevole invece il candidato di An, che però crede «che ormai sia troppo tardi».

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