La Cdl: «Il modello Penati è un fallimento»

«Pagati 150 consulenti, ma sono aumentate indiscriminatamente tariffe e imposte»

Gianandrea Zagato

Continua a pippare, una sigaretta dietro l’altra. Fatti suoi. Se non fosse per quella garanzia di astenersi dal fumo che aveva fatto sia pubblicamente che privatamente, «mi ha promesso che se avesse vinto avrebbe smesso di fumare» ricorda la guru dell’immagine Barbara Vitti che l’ha rivestito da capo a piedi. Episodio marginale che però, secondo i consiglieri d’opposizione in Provincia, sintetizza lo stile del protagonista: all’insegna delle promesse non mantenute. Quelle che vanno di pari passo con la demagogia, le parole d’ordine e, perché no, pure una dose di autoritarismo.
Peccato per chi s’attende fatti: siamo a zero, se si escludono la casa della pace, l’accademia della pace, l’adesione alla rete no global e «un miliardo di euro spesi senza benefici per cittadini e territorio». Conti in tasca a Filippo Penati dopo trecentosessantacinque giorni di governo ovvero «il fallimento del modello Penati»: «Incapace persino di portare avanti le azioni positive che avevano caratterizzato in positivo l’amministrazione del centrodestra. Esempio? Un milione di euro in meno per i servizi sociali che tradotto significa meno attenzione agli anziani, alle donne - pure attraverso il sostegno all’imprenditorialità femminile - e ai disabili». Denuncia firmata da Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia. «Esempi di governo della sinistra che in campagna elettorale sosteneva di volere una giunta al cinquanta per cento rosa e che intascati voti non solo ha disatteso quel solenne impegno ma, addirittura, non ha mai convocato una-volta-una la commissione sulle problematiche femminili». Autogol davvero niente male della «nuova imposizione democratica» che per il capogruppo di Alleanza nazionale, Paola Frassinetti, ha poi «dato lo stop ai cantieri per scuole e strade. Con le prime trasformate in centri sociali permanenti e le seconde sempre piene di buche».
Ma per l’ex assessore all’Istruzione della giunta Colli c’è qualcosa di ancora più grave commesso dai Penati boys: «L’ideologizzazione esasperata, la spinta al conflitto ideologico che, tra l’altro, si concretizza nel progetto “pedagogia della resistenza“ dove si inculca agli studenti la cultura dell’odio». Ancora uno schiaffo alla Milano che dà lezioni di tolleranza e di democrazia. Insegnamenti che, «l’ipocrisia del governo rosso», al civico 1 di via Vivaio crede di «sostanziare con l’assessorato ai diritti degli animali, a quelli dei bambini, alla mobilità ciclabile (cioè alle bici) e alla pace». Davvero troppo, osserva il leghista Fabio Meroni: «Così come c’è tanta, troppa voglia di occupare i posti di potere. Centocinquanta consulenti d’oro e, altro esempio, venticinque candidati presentati dalla Provincia per cinque posti in un consorzio della Brianza dove, sorpresa, manca il presidente perché Penati e i suoi supporter non si sono ancora messi d’accordo sul nome». Spartizione del potere che, butta là Dapei, «spende 4mila euro in business class per essere in prima fila ai social forum cari al duo Agnoletto & Casarini».
Sprechi aerei che vanno di pari passo con quelli della comunicazione, «le spese sono aumentate come sono aumentate indiscriminatamente tariffe e imposte locali». Costi, quest’ultimi, che l’ex funzionario dell’ex Stalingrado d’Italia con la giacca di Armani e la cravatta di Gucci smentisce con due-note stampa-due riassunte in due righette: «L’azione di rigore e di contenimento trova nella politica di questa amministrazione una conferma nei fatti». Virgolettato bollato come «chiacchiere e distintivo» dalla Casa delle libertà che definisce «strampalati» i dati del presidente e affida a Marco Malinverno, capogruppo Udc, il compito di smontare altri «fatti»: «Quelli di un’amministrazione ormai in preda agli intoppi burocratici. Quelli di un presidente che al taglio della torta per il primo anno di governo si autoelogia.

Quelli di un consiglio provinciale che discute della riforma Moratti solo per poter picchiare duro sul candidato del centrodestra a Milano». Come dire: i fatti impongono l’osservatorio sugli sprechi del presidente. Fatti, semplicemente fatti.

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