La Cassa Depositi e Prestiti stanzia 43 miliardi di euro a sostegno dell’economia italiana, sette miliardi in più (+29%) di tre anni fa. L’impegno è il perno del piano industriale 2011-2013 approvato ieri dalla holding controllata dal Tesoro (70% del capitale; il restante 30% è nelle mani di una sessantina di Fondazioni) che lavora come «motore» dello sviluppo del Paese.
Evidente dai numeri del piano la scelta della Cassa guidata dal presidente Franco Bassanini e dall’ad Giovanni Gorno Tempini di aumentare lo sforzo diretto verso le esigenze delle piccole e medie imprese (gli stanziamenti raddoppiano a 14 miliardi) e la realizzazione delle infrastrutture necessarie al Paese (i fondi salgono da 6 a 11 miliardi); a partire con ogni probabilità dalla nuova bretella autostradale lombarda Bre-Be-Mi. Una filosofia che permette di non pesare sul debito pubblico e avvicina il modello della Cdp a quello delle omologhe tedesche e francesi. La Cassa ha confermato, però, anche lo sforzo verso gli Enti locali: nel piano sono previsti 18 miliardi (contro i 20 del triennio precedente) per una quota sui nuovi finanziamenti che resta superiore al 70 percento.
Cdp ottiene la gran parte dei proventi dalla raccolta postale, ma è anche il veicolo attraverso cui il Tesoro controlla Eni (26,4% del capitale) e Terna (29,9%). Quanto poi ai risultati di bilancio, la Cdp conta di spingere lo stock degli impieghi alla clientela da 92 a 108 miliardi; a fronte di una raccolta postale in crescita; aumenterà tuttavia anche il ricorso al mercato obbligazionario (12 miliardi la stima).
Al termine del piano, l’utile netto dovrebbe aumentare a circa 2 miliardi annui e al contempo il patrimonio netto salirà a 18 miliardi, con un ritorno sul capitale disponibile prossimo al 10%.
La Cdp stanzia 43 miliardi. Focus su infrastrutture e pmi
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