LeccoLe suore scuotono la testa. La loro era una battaglia che durava da 15 anni. Una lotta per la vita di Eluana, una resistenza per non farsela portare via, per non permettere al padre di prendere una decisione diversa da quella voluta dal Padreterno. «Eluana non è attaccata a nessuna macchina - dice suor Albina - respira in maniera autonoma, non è dipendente da altri. È viva. Non nutrirla vuol dire farla morire di fame. Che bisogno cera di portarla via? Qualcosa cè».
Sono due linguaggi diversi. Quello delle suore della Casa di cura Beato Talamoni di Lecco e quello del padre Beppino Englaro. Per le suore conta il linguaggio di chi ha la Fede, con la f maiuscola. Tutto ha un senso, anche se è difficile da capire come mai una ragazza di ventanni resta in stato vegetativo permanente dopo un incidente dauto. Per suor Albina e suor Rosangela non ci sono domande da fare, risposte da dare. È così.
Quando Eluana è arrivata in clinica, nel 1994, suo padre era già impazzito dal dolore. Chiedeva che i medici lasciassero morire la figlia e i medici lo trattavano come un uomo distrutto dal dolore. Poi Englaro è riuscito a controllare le emozioni e a mettere in fila tutte le sentenze che gli servivano per diventare tutore della figlia e far valere la sua volontà. «Elu non avrebbe mai voluto restare qui in questo stato - ha sempre detto Englaro -. Per lei questa è una tortura, uno stato innaturale, io vivo per far rispettare il suo volere». Tutti a dargli torto, anche quando i giudici della Cassazione gli hanno dato ragione. Un uomo contro il Vaticano che vede nella morte di Eluana un omicidio. Le suore questa parola non la dicono e hanno parlato solo quando hanno capito che Eluana stavano davvero per portarla via. Il primo tentativo è andato a vuoto. Nel secondo questa donna invecchiata in una clinica se ne stava andando da sola a causa di un ciclo troppo abbondante. E si è salvata. Un segno in più, se ce ne fosse stato bisogno, che secondo loro la vita di una persona non può essere cambiata da una legge e a tavolino. LEluana prima dellincidente - capelli lunghi, vestiti firmati, weekend in montagna e vacanze allestero - non avrebbe voluto una vita da vegetale. Ma lEluana delle suore era un esserino con i capelli corti e la camicia da notte nutrito attraverso un sondino, idratato e lavato da queste ancelle del Signore con il velo.
Non a caso le suore fanno parte dellordine delle Misericordine e come scrisse Manzoni nei Promessi sposi e come loro ripetono: «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per riservarne loro una più grande e certa». A loro ha scritto anche il cardinale Dionigi Tettamanzi: «So che in voi cè sofferenza, smarrimento, angoscia. In 15 anni di cure premurose che le avete prestato con amore evangelico, allinsegna della gratuità, nel rispetto dei sentimenti della famiglia. Mi sono chiesto il perché della vostra generosa dedizione: affetto, pietà cristiana o anche profonda solidarietà umana motivata dal rispetto dovuto a ogni persona, soprattutto se fragile e debole?».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.