Cecchini: «Sono stufo di essere tirato in ballo»

Pier Augusto Stagi

da Gemona

La voglia sarebbe quella di non rispondere al telefono, di piantare tutto e vivere il ciclismo come semplice passatempo. La voglia sarebbe quella di lasciare il ciclismo, ma Luigi Cecchini, 62 anni, medico-allenatore, cerca di resistere ancora una volta per non darla vinta a chi ogni volta cerca di tirarlo per la giacchetta in ogni vicenda più o meno vicina al doping. Dalla Spagna arrivano notizie allarmanti. Gli inquirenti stanno indagando sui rapporti tra il medico Eufemiano Fuentes (arrestato un paio di giorni fa) e Cecchini. «Voglio precisare subito che io, Eufemiano Fuentes, lo conosco per una questione molto semplice: per anni ho svolto la mia professione di medico in una delle formazioni più forti del ciclismo mondiale (quelle dirette da Gian Carlo Ferretti, ndr), e ci conoscevamo tutti. Ora è venuta fuori questa vicenda e io posso solo dire che non ne so assolutamente nulla, ma soprattutto non ho mai collaborato con Fuentes. Cosa volete che vi dica? Sono semplicemente mortificato e avvilito per quanto mi viene attribuito. Questo è un gioco al massacro che non accetto. Soltanto ieri ho letto su un sito belga che si dava l'annuncio del mio arresto. Siamo al punto che ognuno può dire quello che vuole, senza verificare la minima notizia».
Prosegue nella sua difesa: «L'ultima volta che ho visto Fuentes è stato alcuni anni fa. Poi l'ho sentito in seguito telefonicamente per un problema personale. Mi chiamò per avere un parere su un centro di Siena, che cura gli occhi. La sua bambina aveva un tumore maligno alla retina, e voleva avere delle informazioni. Gliele diedi, poi non lo sentii più».
Cecchini parla anche del suo rapporto con Jan Ullrich, il tedesco che secondo gli inquirenti spagnoli sarebbe in contatto con Fuentes. «Io non sono l'allenatore di Jan, ma un amico che ogni tanto lo allena... Di tutta questa vicenda - conclude - mi dà fastidio vivere nel sospetto, essere sempre additato come un mostro. Io nel '98 fui coivolto nell'inchiesta legata al processo di Michele Ferrari.

Il caso fu archiviato dopo due anni senza che io fossi interrogato nemmeno una volta. Ad oggi non un solo carabiniere mi è venuto ad interrogare. Eppure, non appena si parla di doping, spunta il mio nome. Questo io non lo sopporto più».

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