«Tieni tutti i sogni sempre accesi/volando come una farfalla/sei incertezza nella vita/che se ti fermi un po’ a pensare è già finita». Così cantava Adriano Celentano in Respiri di vita. E con la stessa sensibilità, il Molleggiato affronta ancora il caso Englaro. Lo fa di nuovo, mesi dopo la lettera aperta inviata al Corriere della Sera quest’estate, per esprimere solidarietà ai tentativi del governo di tenere in vita Eluana: «Con tutta la stima che nutro per il presidente Napolitano - ha affermato il cantante -, credo che Berlusconi sia stato costretto ad agire in modo fermo e coraggioso e io al suo posto avrei fatto lo stesso».
Da sempre Celentano sostiene una posizione in difesa della vita «dalla sua prima scintilla al suo spegnimento naturale». Ecco dunque il perché dell’intervento di ieri: «La coscienza di credente del Cavaliere lo costringe a usare i suoi poteri per non essere coinvolto in quello che pare essere diventato “omicidio di Stato”». Una presa di posizione netta, ma non solitaria. Sono tante, infatti, le voci che hanno partecipato al dibattito seguito al botta e risposta tra governo e Quirinale. Sulla stessa linea in difesa della vita si schiera lo scrittore Gavino Ledda, che sull’Unione Sarda ha pubblicato un inno-appello a Madre Natura: «La Corte d’Appello sta alla clinica di Udine come Sparta stava alla rupe dalla quale si scaraventavano i minorati - attacca l’autore di Padre padrone -: nessuno ha il diritto di decidere della morte di nessuno, si sta eseguendo una condanna a morte».
Il mondo della cultura è però spaccato a riguardo. Decisamente contrarie al provvedimento dell’esecutivo le personalità più vicine a idee progressiste. Il semiologo e filosofo Umberto Eco, per esempio, è perfino sceso in piazza a Milano con l’associazione Libertà e Giustizia contro un disegno di legge che rappresenta «un attentato gravissimo, l’apice dei tentativi di scardinare la Costituzione». E per chi non avesse capito il discorso, ecco la spiegazione semiotica: «È come se io avessi strangolato mia nonna e il governo facesse un decreto per dirmi che posso andarmene a casa». Ed è proprio la Costituzione, più che la sorte di Eluana, il chiodo fisso anche di Beppe Grillo: «È solo un pretesto per sfiduciare il presidente della Repubblica nella sua funzione di garante», attacca il comico sul blog, definendo Berlusconi una «bombetta a orologeria della democrazia».
Per fortuna i toni non sono ovunque così esasperati. Il premio Nobel Rita Levi Montalcini, ad esempio, si è limitata a firmare l’appello «Siamo con il presidente» pubblicato dall’Unità, dando così pieno appoggio a chi intende sospendere l’alimentazione di Eluana. Nel campo scientifico una voce contraria è invece quella di Corrado Manni, anestesista di papa Wojtyla: «Un colpo di pistola fa più rumore, ma la morte silenziosa non è meno grave, è solo una scorciatoia». Ma lo spirito e le parole di Giovanni Paolo II sono ispirazione anche per chi - seppur in maniera intimistica e rispettosa - non è del tutto d’accordo con le posizioni intransigenti della Chiesa. Come l’attrice Monica Guerritore: «Il papa disse “lasciatemi andare alla casa del Padre”. Io sono sotto choc, dovremo pregare perché Eluana lasci questa vita con dolcezza, scivolando in un’altra vita: perché chi si definisce cristiano ha un atteggiamento così pragmatico e ateo. Mi fa orrore che dietro ci possa essere la politica».
Insomma, il muro contro muro è a 360 gradi.
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