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In cella il paparazzo che ha ferito la Pandolfi

RomaLui, il paparazzo, è nel carcere di Regina Coeli e rischia di rimanerci per un po’. Lei, l’attrice paparazzata, è ricoverata in ospedale in prognosi riservata anche se non in pericolo di vita.
È l’epilogo della scena da Dolce Vita che si è svolta giovedì pomeriggio in piazza Vescovio, a Roma, dove Claudia Pandolfi, interprete di film come Ovosodo di Paolo Virzì e di fiction come Un medico in famiglia, è stata trascinata alcuni metri dall’auto del fotografo Mauro Terranova che, per non dover rinunciare agli scatti rubati di cui la Pandolfi reclamava la restituzione, l’ha accecata spruzzandole negli occhi un liquido al peperoncino. Il pm Andrea Mosca ha chiesto per il paparazzo la convalida dell’arresto e l’emissione di una misura cautelare in carcere. Deciderà il gip Carmine Castaldo dopo l’interrogatorio di oggi. Terranova, nessun precedente penale, dovrà difendersi da accuse non lievi: lesioni gravissime aggravate dall’aver determinato il «pericolo di vita» per l’attrice e dall’uso di un’arma impropria, ossia lo spray urticante. Nella sua macchina gli investigatori hanno trovato anche una pistola elettrica. Aveva capito subito, Terranova, che le cose si sarebbero messe male per lui e per questo pochi minuti dopo aver ferito l’attrice si è autodenunciato, chiamando i soccorsi e la polizia. «I fatti sono diversi da come sono stati rappresentati», avvertono però gli avvocati del fotografo.
La Pandolfi, invece, è stata sottoposta a un intervento chirurgico per drenare alcuni versamenti al torace dovuti alla brutta caduta. Ha anche due costole rotte. Nel reparto di chirurgia d’urgenza del Policlinico Umberto I il suo ricovero ha destato molta curiosità tra gli altri pazienti. «Ma davvero c’è la Pandolfi?», «sì, l’ho sentito al telegiornale», parlottavano tra loro i degenti sperando nell’arrivo di qualche divo della tv. Ma al capezzale dell’attrice sono stati ammessi sono i familiari più intimi e la sua agente, per tutti gli altri è stato impossibile superare la vigilanza. Anche per Sabatino, un timido fan, che le aveva portato in regalo un libro di poesie scritte da un amico. «Claudia è una persona molto forte, sta bene, è sveglia e ha parlato con la famiglia. Ha trovato la forza di reagire e di sdrammatizzare», ha riferito la sua agente. Auguri di pronta guarigione sono arrivati all’attrice dal produttore Pietro Valsecchi della Taodue, che ha lavorato con lei in numerose fiction, tra cui Distretto di polizia: «Quello che le è accaduto non deve ripetersi». «Mi dispiace molto - è il commento di Giulia Michelini, nel cast della fiction in 8 puntate Squadra Antimafia 2 - con Claudia abbiamo lavorato insieme in Distretto. Ora non voglio criminalizzare i paparazzi in generale, anche perché chi fa il nostro mestiere sa che finire fotografato sui giornali fa parte, se vogliamo, anche del nostro lavoro, ma in certi casi ci sono limiti che non vanno superati, ad esempio quando ci sono di mezzo i bambini».
In passato c’erano soluzioni diverse per evitare situazioni del genere. A parlarne è Mario Pizzi, fratello del più noto Umberto Pizzi, anch’egli paparazzo: «Quando c’erano i rullini fotografici preparavamo quello vuoto, prevedendo che il personaggio nell’obiettivo lo avrebbe chiesto. Ma ora con il digitale è tutto più complicato».

Rino Barillari, alias «The King» dei paparazzi, prende la distanze dal collega finito nei guai («quello non è neppure un giornalista iscritto all’Ordine») e firma un comunicato con altri due fotografi, Salvatore Giansiracusa e Lino Nanni, per chiedere all’Ordine di prendere posizione sull’accaduto.

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