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In cella sindaco e assessore fra tangenti e viaggi in Ferrari

Quando a Buccinasco il sindaco Loris Cereda aveva iniziato a girare per la città con una Ferrari rombante, molti avevano preso il gesto - ovviamente destinato a non passare inosservato - come l’ennesima guasconata di questo sindaco giovane e alla mano, arrivato da fuori a mettere un po’ di ordine nelle ruggini ataviche, nelle incrostazioni di affari, malavita e sottobosco che da sempre ricoprono la vita politica locale. Ma ieri Cereda finisce in carcere. E si scopre che per la Procura della Repubblica quella Ferrari 599 fiammante, avuta in prestito da un imprenditore, era una delle contropartite incassate da Cereda per mettere la sua fascia tricolore al servizio della tangente. Ovvero, come piatto piatto scrive il giudice preliminare Gaetano Brusa, di «un modus operandi che disvela l’intento di gestire la cosa pubblica aldifuori dei principi di lealtà, imparzialità e correttezza che unici dovrebbero qualificare il suo operato, viceversa asservito a fini privati propri e di terzi».
All’alba di ieri, le Alfa e l’elicottero della Guardia di finanza decapitano la giunta di centrodestra che governa Buccinasco. Insieme a Cereda finiscono in carcere Marco Cattaneo, assessore ai lavori pubblici, uomo forte in giunta di Comunione e liberazione, e il consigliere comunale Antonio Trimboli, anche lui targato Cl. Indagato l’ex vicesindaco Antonio Luciani, estromesso dalla giunta di Cereda tre anni fa proprio in seguito alle voci sull’episodio che ora lo vede inquisito. In cella Cesare Lanati, figlio dell’ex sindaco Guido Lanati, e insieme a lui altri professionisti legati alle due operazioni più importanti finite al centro dell’inchiesta, la variante del piano regolatore per agevolare l’apertura di un supermercato Auchan e gli appalti dei servizi di igiene urbana.
Colpisce, nell’ordinanza di custodia, l’esiguità delle contropartite per le corruzioni contestate a Cereda e agli altri arrestati. Al sindaco, oltre al prestito di due Ferrari per un paio di mesi in tutto, viene addebitata una tangente di 10mila euro divisa in due con un altro indagato. Cattaneo e Trimboli finiscono in galera per falso in atto pubblico, per avere alterato un verbale per spianare la strada alla nomina come consulente del Pgt (il Piano generale del territorio) ad un professionista anche lui di Cl, Carminati. Cattaneo è indagato a piede libero per istigazione alla corruzione (ma la Procura voleva arrestarlo per tentata concussione) per avere chiesto a un imprenditore un obolo per la parrocchia dei santi Gervaso e Protaso.

Vicende, insomma, di profilo non altissimo, finite all’attenzione della magistratura anche sulla base di esposti e denunce, provenienti non tanto dall’opposizione (che anzi il giudice Brusa accusa quasi di collusione) ma dall’interno steso della maggioranza, scossa da scontri furibondi tra le diverse anime del centrodestra: ex socialisti, ciellini, ex di An. Scontri che probabilmente esistono anche altrove: ma che solo a Buccinasco, chissà perché, producono simili sconquassi.

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