Cena dei bolliti, ma senza Montaldo

A tavola lo stato maggiore della Sanità Ma l’assessore non è invitato

Paola Setti

È la lobby dei bolliti. Si son visti giovedì sera scorso, non è una novità, per una cena a base di bollito, appunto, con tanto si mostarda e salsa verde. Osteria Nuova a Rocca de Baldi, Carrù, nel cuneese. C’è tutto lo stato maggiore della Sanità ligure, ma è assente non invitato l’assessore regionale Claudio Montaldo. Se non è una congiura non è comunque un caso che la partecipazione non gli sia giunta.
Manca anche il dodicesimo apostolo, peccato, comunque meglio in 11 che in 13 a tavola. E non c’è una donna, ma la catena di comando, si sa, non prevede quote rosa. I nomi rendono il quadro: è il potere che si riunisce. A capotavola c’è Maurizio Mauri il commissario dell’Ist. Alla sua sinistra siedono Adriano Lagostena il direttore generale del Galliera, Giovanni Battista Pittaluga l’assessore al Bilancio della Regione, Ferdinando Cafiero direttore del dipartimento di chirurgia dell’Ist e mente della serata, Angelo Ferrari braccio organizzativo, Emanuele Porcile il portavoce di Pittaluga. Alla destra di Mauri prendono posto Gaetano Cosenza il direttore generale del San Martino, Giuliano Reboa il direttore della divisione di proctologia del San Martino, Claudio Gustavino che è medico e capogruppo della Margherita in Regione, Giuseppe Profiti che è direttore generale al Bilancio in Regione e vicepresidente del Galliera, Domenico Crupi direttore generale Sanità in Regione.
Pare che non ci sia bisogno di parlare di grandi sistemi a queste cene. Chi ha informazioni le passa, per il resto trattasi di rinsaldare i legami. Così, tre quarti della conversazione se ne va in ceti. Epperò c’è lo spazio per dirsi che, ecco, Montaldo non è rock ma lento. «È un po’ funzionario» dice Pittaluga, così racconta chi c’era. Aggiunge qualcun altro che «è lento nelle decisioni, perché prima di prenderne una qualsiasi consulta il partito» cioè i Ds. I medici si dicono disillusi, che pensavano sarebbe cambiato molto con la nuova giunta Burlando ma non sta cambiando alcunché. E poi non comunica abbastanza, come invece dovrebbe fare per coinvolgere tutti è l’opinione diffusa qui. C’è poi la questione dell’assessorato. Va rinforzato, la Margherita aveva proposto un’agenzia regionale di supporto, Montaldo preferisce creare uno staff tecnico di medici, ci sarà anche un osservatorio. I nomi, ecco, quelli «sono i soliti»: «Son tutti Ds, basti pensare a Pasero e a Orengo. E anche alla Asl 3, al posto di Ferranini andrà Comaschi, sempre Ds».

Del resto, non è escluso che la cena servisse perché Mauri spera di poter dirigere la nuova fondazione dell’Ist o perché l’Ist cerca una collaborazione con il San Martino per allargare le proprie dimensioni. Antipasto di salumi, pasta al tartufo, bolliti, dolce al cioccolato, vino rosso a litri. C’è voluto un fisico bestiale.

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