A cena con l’auto blu? Scatta l’alt del Comune

Il sospetto è che nella giunta ci sia chi usa le vetture per motivi non istituzionali. Terzi: «Servono controlli mirati». Palazzo Marino stabilisce un nuovo limite agli straordinari degli autisti: sopra le 52 ore al mese niente rimborsi. L’assessore Cadeo: «Se qualcuno ha sgarrato, si assuma le proprie responsabilità»

A cena con l’auto blu? Scatta l’alt del Comune

Fino a 150 ore di straordinari al mese. A questi ritmi, pare che qualche autista pendolare sia costretto a lavorare fino a notte fonda, dormire a Palazzo Marino e litigare pure con la moglie. Vai a far capire che un assessore comunale ha impegni istituzionali quasi non-stop, weekend compreso. Qualche dubbio sull’uso delle auto di servizio dev’essere venuto pure alla direzione generale, se dopo l’azzeramento scattato l’anno scorso delle trentotto auto blu - rimpiazzate in realtà da altrettante macchine di servizio per giunta, dirigenti, gabinetto del sindaco e presidente del consiglio - ha ordinato prima un’ulteriore austerity a giugno, «nell’ambito degli interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa» (togliendo gli autisti, ad esempio, ai direttori di settore), e l’8 ottobre ha spedito una nuova circolare, con «alcune precisazioni». In primis, il limite degli straordinari per ogni autista: «Oltre le 52 ore mensili di straordinario non verranno più liquidate eventuali ore in esubero». Linea durissima motivata da esigenze di cassa, ma pure «alla luce della normativa sulla sicurezza sul lavoro». Che impone il riposo di 11 ore tra un turno e l’altro, e quello settimanale «di almeno 24 ore consecutive, di rigore la domenica». Chi sfora, è la sostanza, vada a piedi, in bici o usi il tanto reclamizzato car sharing (come ha fatto qualche giorno fa il presidente dell’aula Manfredi Palmeri). Una schiera di assessori però contesta il provvedimento e vuole vederci chiaro. Il sospetto è che tra giunta e presidenza del consiglio ci sia chi le usi anche per motivi non istituzionali. Se così è verrà allo scoperto, dato che ieri in giunta l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi ha chiesto al direttore generale, Giuseppe Sala, di fornire l’elenco dettagliato del monte ore in straordinario di ciascun autista. «Non è giusto che se c’è un uso sbagliato di pochi vengano penalizzati gli altri, verifichiamo se vengono impegnati con buonsenso», afferma.
Qualche dubbio nasce anche sul peso del risparmio finale, perché senza autista resta la via del rimborso taxi, e gli straordinari distribuiti tra i due autisti comunque a disposizione rischiano di non ridurre più di tanto il ricorso alla macchina di servizio. «Se lo sforamento non è eccessivo - ammette Terzi -, tanto vale consentire che uno solo faccia più di 52 ore». Col cuore in pace l’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli: «Sono in regola, da luglio non usiamo nemmeno tutti gli straordinari a disposizione». Quello alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, la definisce invece «una fesseria, vorrei capire esattamente quanto si risparmia con un meccanismo così complesso, di fatto usiamo due autisti invece di uno. Se si fa per pochi soldi, inutile creare un disservizio esagerato alla giunta. Non andiamo a parlare di stress o malattie ai convegni durante il weekend o la sera per divertimento, ma perché è un impegno istituzionale, e chi abita in periferia non può spostarsi a piedi». Poi «è altrettanto opportuno, come ha chiesto Terzi, fare chiarezza sull’uso da parte di ciascun assessore».

Contro il taglio anche Giacomo Beretta al Bilancio («basta avere buonsenso») e Maurizio Cadeo all’Arredo urbano, convinto che «la maggioranza di noi lavora tantissimo, basta con l’accanimento fuori luogo sulle auto di servizio: sono strumenti di servizio. Se bisogna risparmiare, ci sono ben altri settori su cui intervenire». Poi «ben vengano i controlli, ci dovrebbe essere un rapporto di fiducia, ma se qualcuno ha sgarrato si assuma le proprie responsabilità».

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