Aridea Fezzi Price
da Glyndebourne
Da due anni direttore musicale di Glyndebourne, Vladimir Jurovski vede non senza ironia lannuale appuntamento musicale e mondano come un carnevale, unoccasione per indossare smoking frusti, abiti da sera e gioielli, consumando picnic e champagne sui prati rasati intorno al teatro. Tuttavia il festival lirico che si svolge ogni estate da maggio a fine agosto fra le colline del Sussex è anche una sfida per la sua carriera in ascesa. Unopportunità rara per realizzare le sue ambizioni nel campo dellopera, «la libertà artistica e il tempo per le prove qui sono straordinari» spiega. È così irritato dalla politica dellimprovvisazione di molti enti lirici che per limmediato futuro ha accettato solo un impegno, dirigere Onegin alla Scala nel 2006.
Trentadue anni, figlio di un direttore dorchestra del Teatro Stanislavski, nato a Mosca ma formatosi a Dresda e Berlino, Jurovski è un europeo colto con unardente anima russa, un idealista più che un sognatore. Se Valeri Gergiev è il Dostoevskij della musica, Jurovski, recentemente nominato anche direttore musicale dellOrchestra nazionale russa, potrebbe esserne il Turgenev, un rivoluzionario pratico ma contemplativo. Lo stile è lucido e analitico, la bacchetta romantica ma mai capricciosa.
In questi giorni ha inaugurato il festival con La Cenerentola di Rossini per la regia di sir Peter Hall, facendo scintille alla testa della London Philharmonic Orchestra, guidando abilmente lincerta romena Ruxandra Donose (Angelina), Luciano di Pasquale (Don Magnifico), Simone Alberghini (Dandini), le due eccellenti sorellastre, Raquela Sheeran (Clorinda) e la brillante Lucia Cirillo (Tisbe) e sottolineando con precisione i pezzi dinsieme.
È la prima volta che Hall mette in scena unopera di Rossini, un musicista che a Glyndebourne è stato portato da Vittorio Gui negli anni Cinquanta e in seguito rappresentato quasi ogni anno, come Mozart. Affascinato dalle opere comiche del musicista, «opere serie con un sottofondo politico - dice il regista - commedie sociali spesso travisate che hanno poco in comune con la tradizione della Commedia dellArte e che raggiungono il comico solo se realizzate seriamente», Hall descrive La Cenerentola come unopera socialmente progressista in cui era importante evidenziare il lato serio di questo dramma giocoso, «il lato alla Byron, la crudeltà e la satira».
Il risultato è un gioco di equilibrio fra realtà e favola, fra farsa e commedia, niente di più di quanto intendesse lo stesso compositore. Lallestimento sembra ispirarsi ai dipinti di Velázquez, nei dettagli in cucina e negli sfarzi della corte, nelle luci che disegnano gli stati danimo. Tutto funziona alla perfezione, i preziosi pezzi di insieme, la coreografia. Molti e caldi applausi per una produzione in definitiva lineare, che lascia alla musica e a Jurovski il primo piano assoluto.
Inaugurato nel 1934 con le opere di Mozart e Fritz Busch al timone, il festival oggi ha superato i settantanni ed è guidato da unéquipe di giovani, Gus Christie (nipote del fondatore) e David Pickard, direttore generale. «Glyndebourne deve essere innovativo ma anche tradizionale - dice Jurovski, campione delle opere russe poco eseguite, siano esse di Rachmaninov o di Prokofiev - bisogna costruire un nuovo pubblico per garantire il futuro del festival, aprire ai giovani (purché non vengano a teatro in jeans), ma bisogna restare fedeli allo spirito di Glyndebourne».
Ancora prudenza quindi nel cartellone, in luglio Jurovski dirigerà lOtello verdiano, mentre William Christie dirigerà lorchestra barocca The Age of Enlightenment in un nuovo allestimento del Giulio Cesare di Haendel per la regia di David McVicar. Fino al 28 agosto in repertorio anche Mozart e Smetana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.