«Il censimento c’è Sarebbe bastato solo aggiornarlo»

Partito in netto ritardo nella capitale rispetto al resto d’Italia, il censimento ufficiale dei campi nomadi prosegue a vista. Con qualche passo falso , vedi i tempi, che vedrà la Città Eterna arrivare ultima al traguardo. E con un certo viavai di troppo fra gli insediamenti di Napoli, Roma e l’hinterland. Chi ha qualcosa da nascondere fa le valigie e trasloca in quattro e quattr’otto, alla faccia del monitoraggio. Che a questo punto rischia di non produrre dati attendibili. Anche l’Ospol non risparmia le critiche: «Noi della Polizia municipale il censimento lo avevamo già fatto - afferma Stefano Lulli, segretario romano dell’Organizzazione sindacale delle polizie locali -. È chiaro che di monitoraggio se ne può fare un altro, ma è contraddittorio affidarlo alla Croce Rossa. Noi abbiamo tutti i dati statistici e ci avremmo messo pochi giorni a verificare chi c’era e chi non c’era dentro i campi». La stessa Opera Nomadi non manca di rilevare il pantano in cui si sta invischiando la Cri: «Centinaia di rom stanno abbandonando la città, torneranno quando tutto sarà terminato. Tutta l’operazione è confusa, inutile. A Roma il censimento già c’è, bastava aggiornare quello dei vigili». I dati in possesso della Polizia municipale riguardano anche la frequenza scolastica. Dal 15 settembre 2007 al 1 giugno 2008, i vigili del Nae hanno riaccompagnato a scuola 850 bambini rom ed extracomunitari. «Sono dati ufficiali - spiega Lulli - le scuole ci segnalano i casi di abbandono, noi li ritroviamo, ma chi può dire dopo quanti giorni scappano di nuovo? Possiamo stimare che il 60 per cento di questi ragazzini dopo pochi giorni sparisce e non si fa più ritrovare. I genitori dovrebbero risponderne penalmente, ma nel caso dei rom è difficilissimo individuare a volte perfino la famiglia di appartenenza. I genitori dicono “questo è mio figlio”, poi chissà se è vero....». «Se avessimo avuto le impronte digitali - prosegue - saremmo potuti intervenire davvero». E il segretario dell’Ospol aggiunge: «Siamo fuori dal censimento perché oggi come oggi svolgiamo un ruolo secondario, mentre prima i censimenti li facevamo esclusivamente noi. Non vogliono le forze dell’ordine durante il monitoraggio? Ma il Nae ha svolto sempre una funzione sociale. È nato per questo ...». E anche in merito al Patto per Roma sicura che si firmerà lunedì 29 luglio, puntualizza che «noi siamo un po’ critici anche su questo, proprio perché anche qui la Polizia municipale viene un po’ emarginata, mentre dovrebbe primeggiare come polizia di città. I comandanti Di Maggio e Caioni hanno lavorato bene. Bastano i dati statistici dell’ultimo anno. Abbiamo all’attivo come polizia municipale 2.300 controlli su extracomunitari, 2.800 sui rom. Sono interventi di polizia giudiziaria su persone che hanno commesso reati. Non è semplice entrare in un campo rom e fare queste operazioni, bisogna conoscere bene l’ambiente».

A conferma, proprio ieri una ragazza nomade di 23 anni, già agli arresti domiciliari nel campo della Martora, è stata arrestata dai carabinieri in collaborazione con il V Gruppo della polizia Municipale, per evasione. La giovane si guadagna da vivere prostituendosi. Poi c’è chi vorrebbe tenere le divise fuori dai campi...

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