Carla Valentino
È stata inaugurata ieri al Museo del Merletto, nelle sale della seicentesca Villa Tigullio di Rapallo, la mostra «Merletto e fiori darancio - Cento anni di abiti da sposa 1870-1970». Curata dalla direttrice del Museo Piera Rum, presenta dodici abiti nuziali risalenti ad epoche diverse nellarco di un secolo, sette dei quali donati al Museo nellultimo decennio e cinque in prestito per loccasione. Tre dei capi sono accompagnati dalle relative eleganti acconciature. Si può inoltre ammirare un velo da sposa storico e particolarmente prezioso: quello indossato dalla pittrice Marguerite de la Boninnière de Beaumont il giorno delle nozze con il principe Fulco Ruffo di Calabria, celebrate nel 1863.
Arte e tradizione si fondono nella storia del merletto, artigianato al femminile tipico di Rapallo, Santa Margherita e Portofino, le cui origini sfumano molto indietro nel tempo. Permette a donne di ogni età di contribuire al bilancio familiare restando tra le mura di casa, senza trascurare cura dei figli e faccende domestiche. In alcune foto del secolo scorso si vedono tre generazioni della stessa famiglia al lavoro, la giovane mamma, la nonna con gli occhiali e la bambina fiera di apprendere i primi rudimenti.
Il Museo del Merletto di Rapallo raccoglie unesposizione permanente di questi affascinanti capolavori, perfetti come gioielli: testimonianza dei ricercati merletti liguri che nei secoli scorsi partivano da Genova alla volta di sontuose dimore e di corti in tutta Europa.
Risale alla metà del Cinquecento il passaggio dalla tradizione precedente - lintreccio di fili preziosi in seta, oro e argento per decorare lenzuola, biancheria e tessuti - al vero e proprio lavoro al tombolo con impiego di fili di lino. «Filo di Rapallo» si chiama quello crudo o bianco usato per confezionare i merletti. Il tombolo è lapposito cuscino di forma cilindrica, in paglia e foglie secche, rivestito in tessuto, per la lavorazione del merletto a fuselli.
Nascono così, dalla sovrapposizione e dallintreccio dei fili sul cuscino appoggiato al trespolo o semplicemente sulle ginocchia, con lausilio di spilli e limpiego di piccoli fusi, seguendo un disegno prestabilito, trine incantevoli per leggerezza, grazia e squisita rappresentazione di figure. Piante, fiori, «rosoni» di vario tipo, animali, disegni geometrici, silhouettes prendono vita nel suggestivo gioco di pieni e di vuoti, di ombre e di luci. Impreziosiscono tovaglie, tende, cuscini, arredi delle navi, paramenti sacri, fazzoletti, veli, sciarpe, abiti femminili, biancheria, corredi per neonati.
A rendere particolarmente pregiato il merletto ligure è la tecnica di lavorazione in un solo pezzo, con tessitura continua dei fili e perciò senza necessità di cucire insieme parti separate. Il pizzo al tombolo, che si contrappone per eccellenza alle trine ad ago, caratteristiche di Venezia, raggiunge la sua epoca doro nel Seicento, per conoscere in seguito alterne fortune. Nel 1908 il padovano Mario Zennaro, stabilitosi a Rapallo, vi crea una manifattura di pizzi e ricami destinata a durare fino al 1968, il cui successo si fonda non solo sullamorevole recupero della tradizione ma anche sul rinnovamento creativo di disegni e tecniche. Nel 1997 vengono aperte le 5 sale contenenti la raccolta di abiti d'alta moda dalla seconda metà dellOttocento alla prima metà del Novecento.
Nel 2000 è la volta dellapposita saletta con la collezione di deliziosi ventagli. Arrivano numerose donazioni, che il Museo accetta se soddisfano precisi criteri di qualità e stato di conservazione, dando la preferenza a quanto può armoniosamente completare le collezioni già esistenti.
«Merletto e fiori darancio - Cento anni di abiti da sposa 1870-1970»: dal 9 luglio al 22 ottobre 2005 al Museo del Merletto, Villa Tigullio, Rapallo. Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 15.00-18.30; giovedì ore 10.00-12.00; domenica ore 16.30-18.30. Lunedì chiuso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.