Politica

Cento al corteo non autorizzato: «Marijuana libera»

Il sottosegretario chiede di cancellare la legge sulla droga. Intanto Digos e Comune denunciano i partecipanti: «Manifestazione illegale»

Claudia B. Solimei

da Bologna

Il corteo, rumoroso e colorato, ma soprattutto non autorizzato, lascia Piazza XX Settembre poco dopo le 19, ma davanti alla stazione continuano ad affluire centinaia di giovani. Obiettivo: raggiungere la zona della fiera, da dove più tardi partono i tir-discoteca, questa volta con la regolare autorizzazione, per il Parco Nord; là la festa e lo «sballo» continueranno fino a oggi pomeriggio.
Lo Street Rave Parade antiproibizionista di Bologna alla fine sfila per la città, per quattro chilometri, nonostante il veto del sindaco Sergio Cofferati che fino all’ultimo aveva parlato di una manifestazione semi-stanziale. In realtà la parata ieri c’è stata, eccome, e con una partecipazione molto alta, più di 30mila persone arrivate da tutta Italia, che hanno sfilato lanciando slogan contro il sindaco, mentre i vigili erano costretti a bloccare per un’ora la circolazione sui viali.
La contestazione a Cofferati era arrivata puntuale già all’inizio del concentramento, quando aveva preso la parola il deputato dei Verdi Paolo Cento, sottosegretario all’Economia del governo Prodi: «Oggi (ieri, ndr) a Bologna è stato sconfitto chi voleva una città chiusa, blindata, proibizionista - ha urlato, accolto dall’applauso dei ragazzi sparsi nella piazza tra cani, lattine di birra, pasticche e spinelli a volontà -. Ma noi abbiamo un’idea diversa di sinistra. Sono qui per la necessità di abrogare la legge Fini-Giovanardi sulla droga che sta costringendo centinaia di giovani a finire in carcere solo per sei-sette spinelli in tasca e liberalizzare la vendita della marijuana». E ancora: «Alla manifestazione della destra - ha continuato riferendosi al corteo organizzato per protesta dalla Cdl - c’era l’isolamento, qua c’è una battaglia di libertà: sta a Cofferati scegliere se stare di qua o di là». Un messaggio a cui difficilmente il «sindaco-sceriffo» presterà orecchio.
Intanto la conseguenza più probabile del corteo non autorizzato saranno delle denunce per gli organizzatori del Rave. «Sono state violate le prescrizioni della manifestazione, valuteremo cosa fare» conferma un dirigente della Digos. Anche dallo staff del sindaco è arrivata la stessa sottolineatura: il corteo non era autorizzato.
Tutto si è svolto pacificamente: discreti i cordoni di polizia e costante la presenza degli uomini della Digos a tenere sotto controllo la situazione, evitando ogni contatto tra le opposte fazioni politiche. Oltre a Cento, hanno preso la parola il deputato di Rifondazione Comunista Daniele Farina, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera, e don Andrea Gallo, prete di strada genovese, 78 anni ma l’energia di un giovanotto, che al microfono ha arringato i ragazzi al grido di «Giusto o sbagliato non può essere reato», «Fate l’amore con il preservativo» e, rivolto anche lui a Cofferati, «La vera illegalità è la legge Fini-Giovanardi», per poi mettersi alla testa del corteo in mezzo a un’ovazione.
Un’ora prima dell’inizio del Rave, a qualche centinaio di metri di distanza, verso piazza Maggiore, un’altra Bologna era scesa in strada per protestare contro l’esaltazione dello «sballo» e il degrado, che in due settimane ha fatto esplodere in piazza Verdi, cuore della zona universitaria della città, dei veri e propri disordini, con lancio di bottiglie contro le forze dell’ordine e cariche di alleggerimento. Un centinaio di persone, molti cittadini, hanno risposto all’appello dei partiti della Casa della libertà, sfilando in ordine con un solo un momento di tensione, quando alcuni ragazzi diretti al Rave hanno incrociato per sbaglio il corteo. «La manifestazione è riuscitissima - ha affermato il deputato di An Enzo Raisi -. Qui ci sono i cittadini e il Rave l’abbiamo tenuto fuori dal centro. Saremo qua ogni anno, fino a quando il Rave non sarà abolito, l’abbiamo detto alla Prefettura». «C’è un’altra Bologna che non si riconosce nei cori della sinistra e dell’estrema sinistra» ha dichiarato il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani, anche lui alla testa del corteo, che al governo ha presentato un’interpellanza per sapere quanto costerà a Regione Emilia-Romagna e Comune avere sostenuto l’evento. «Ormai Bologna è la città dello sballo - denuncia l’onorevole dell’Udc Gianluca Galletti - ogni settimana c’è una manifestazione che la mette a soqquadro.

La nostra è per dire basta».

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